“Mi sento offeso, smettila di dire queste cose”. Quanto spesso ci capita di sentire frasi del genere durante una discussione, quando esponiamo un’idea che agli altri va un po’ di traverso? Forse troppe. Pensiamoci un attimo: viviamo in una società libera che come tale permette, o dovrebbe permettere, a chiunque di esprimere senza problemi le proprie opinioni su qualsiasi argomento. Dunque qual è il motivo per cui dovremmo regredire a una società chiusa, senza libertà di espressione, in cui gli ideali sono imposti dall’alto?
C’è da fare una distinzione tra quella che è l’offesa gratuita, senza fondamenti e con il puro fine di far star male qualcuno, e quella che è l’espressione di un’opinione forte ma sostenuta dai fatti su un’ideologia o un argomento: la prima è assolutamente criticabile, mentre la seconda non lo è, anzi, è difendibile e soprattutto è un diritto. Infatti, ferire una persona per il puro gusto di farlo è completamente diverso dall’avere rispetto per quella persona, ma avere un’opinione forte e profondamente negativa sulle sue idee e avere anche il diritto di esprimerla. Questo vale per qualunque sia il tema della discussione, purché l’opinione sia argomentata con punti validi.
Prendiamo un esempio che tutti conoscono: il nazismo, fantastica ideologia politica che ha migliorato la vita di migliaia di cittadini tedeschi e che aveva il grande obiettivo di rendere la Germania una nazione avanzata e forte, ma con il “piccolo” inconveniente di aver causato la morte di più di 6 milioni di persone nei campi di sterminio e di essere stata alla base di una delle catastrofi più gravi con cui l’umanità abbia mai avuto a che fare: la Seconda Guerra Mondiale. Qual è il principio che mi vieta, oggi, di ritenere che un neonazista segua un’idea stupida e abominevole e, soprattutto, di esprimere il mio punto di vista apertamente?
Oppure, se vogliamo, qualcosa di ancora più attuale: il terrorismo religioso. Secondo quale standard è rispettabile l’uccisione di migliaia di persone innocenti con il solo obiettivo di inculcare la propria ideologia religiosa, peraltro discutibile? Senza contare le guerre e i disordini a cui questo porta.
E questa è solo una piccola parte, questi sono solo i casi più eclatanti di ideologie perverse e criticabili. Anche nella vita di tutti i giorni, in politica come in tanti altri ambiti ci rendiamo conto di quante siano le idee davvero discutibili.
Provate a contrastare o a giudicare le idee di qualcun altro. La maggior parte delle volte vi ritroverete una risposta nervosa e isterica del tipo “Trovo questo davvero offensivo, smettila”. Davvero sei offeso? Congratulazioni! E’ proprio questo il modo in cui le persone mature reagiscono, non certo argomentando la propria idea per convincere gli altri che sia valida. Sarebbe proprio interessante sapere dove diavolo è scritto che qualcuno ha il diritto di non sentirsi mai offeso. La vita non funziona così, è profondamente ingiusta, e peraltro siamo sette miliardi di persone e non potremo certo andare d’accordo con tutte, e al diavolo il politically correct..
Un fatto interessante è che di solito chi si sente urtato davanti a un’opinione ben argomentata o si accorge per la prima volta che la sua idea non sta in piedi e che ha anche dei punti deboli, o si sente un minimo colpevole. Sei offeso? Bene, allora dovevi sentirti offeso, questo dovrebbe aiutarti a valutare altri punti di vista e a riflettere sul tuo, sempre nel caso in cui l’offesa non sia gratuita. Andare in giro a lamentarsi su quanto ci si senta afflitti dalle opinioni altrui è un comportamento infantile che non merita un briciolo di rispetto. Al resto del mondo non importa che una persona qualunque si senta offesa: non è così che si cambia la propria situazione. Si potrebbe invece, magari, riflettere sul proprio punto di vista per conoscerne i punti deboli e lavorare per migliorarli. Questo è il modo in cui si fa qualcosa di produttivo con la propria vita.
Questo vale anche per le vignette e le frasi satiriche che troviamo sui giornali e sulle riviste: attaccarle significa attaccare la libertà di opinione ed espressione delle persone che hanno deciso di disegnarle o scriverle: il loro obiettivo è suscitare il riso prendendo in giro diverse realtà (politica, religione ecc.). Spesso trasmettono anche un messaggio intrinseco di denuncia a determinati aspetti negativi di tale realtà, non certo quello di uccidere gli altri a colpi di kalašnikov. Peccato che alcuni, “poverini”, offendendosi, reagiscano proprio in questo modo: conosciamo tutti, per esempio, la storia dei redattori di Charlie Hebdo, uccisi nel 2015 da due pazzi esaltati per il grave crimine di aver pubblicato vignette satiriche sull’Islam, criticando recenti attentati di matrice musulmana, e del caos che ha seguito questa tragedia.
Si può avere il massimo rispetto per una persona, ma si deve avere il diritto di dire la propria sulle sue opinioni, indipendentemente da quale sia l’argomento o l’opinione. Offendere un’idea non è un delitto. Le idee non pensano, sono le persone a farlo, a poter esporre e argomentare il proprio punto di vista, e a poter giudicare quello altrui.
Francesco Fronte