L’immagine: un limite.

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Torino, ore 21.00. E’ sabato sera e centinaia di teenager  aspettano entusiasti l’apertura del Patio, una delle discoteche più in voga di Torino, all’apparenza l’unico fattore che li accomuna è la voglia di divertirsi.  Quella voglia di passare una serata con gli amici, senza pensieri. Hanno aspettato per giorni la Crystal (credo sia inutile spiegare cos’è), e con prevendita alla mano sono pronti ad entrare. Ecco un altro fattore che li accomuna, la prevendita: un semplice pezzo di carta senza il quale non potrebbero andare a ballare. L’importante è averla, non leggerla, e forse in pochi hanno notato la clausola: La direzione si riserva di bloccare all’entrata per motivi di immagine. Di immagine? Ebbene si. Così all’ingresso un uomo dotato di pila controlla e decide se sei degno o no di entrare. Ma quand’è che sei degno? La domanda può risultare complicata quindi risponderò al contrario: se sei una ragazza, hai quindici anni e vuoi andare a ballare con pantaloni larghi e felpa con cappuccio non lo sei. Negli anni Cinquanta era l’innovativa minigonna il capo d’abbigliamento che suscitava stupore e occhiatacce da parte delle altre donne, alla soglia del duemila e dieci sono  le gonne lunghe. Esattamente il contrario. Non vorrei che mi fraintendeste, nessuno sta vietando alle ragazze di andare a ballare in mini e scarpe con il tacco, ma mi sembra assurdo che sia vietato il contrario. E mi sembra ancora più assurdo che le stesse ragazze che in classe si lamentino del fenomeno: donna oggetto in TV, sono le prime, con quella prevendita nella borsa firmata, a farsi mercificare. Per non parlare dei ragazzi! Negli anni Settanta i ragazzi dai capelli lunghi erano ammirati, e oggi? Oggi, gli vietano di andare alla Crystal, perché sono diversi.

Ed è cosi che in realtà, quella massa di adolescenti che aspetta l’apertura del Patio è tutta uguale. E se per caso lì fuori c’è qualcuno di diverso, non c’è problema: all’interno non ci sarà!

 

Sofia D’Angelo (3C)

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