Lo dico per te

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E con quel gesto dettato forse dalla rabbia si era chiusa un’altra parentesi nel libro delle storie impossibili, o mai nate. Lo vedeva precipitare giù e schiantarsi tra le tegole del palazzo di fronte; malgrado la distanza, riusciva ancora a scorgere i pezzetti di plastica verde frantumarsi sul cemento grigio. “Non penserai mica che ora che ti sei sbarazzata del suo accendino non lo penserai più vero? Tesoro, queste cose lasciano il tempo che trovano.” Ma da quando la sua migliore amica era diventata così razionale? in genere era sempre Lully quella con i piedi per terra, che non sopportava di fare castelli in aria, che non voleva sognare il principe azzurro. Forse voleva solo dare l’impressione di quella pragmatica, in ogni caso mai avrebbe pensato di ritrovarsi in quella situazione: insomma, era dai tempi del liceo che non le capitava di essere assolutamente, dannatamente cotta di un ragazzo. A distanza di 10 anni, dopo svariati tentativi di convivenza, spesso forzata, viaggi allo sbando nei luoghi più disparati, in compagnia delle genti più bizzarre, ora aveva finalmente trovato un obbiettivo: lui. Lui e il suo profumo, lui ed il suo sguardo, lui e le sue battute ironiche. Una fresca sera d’autunno si era assopita sul fouton del terrazzino, e aveva immaginato di essere lì con lui. Stava diventando paranoica? Non si riconosceva in quell’immagine di sé, si vedeva volare lontano come le rondini che stavano migrando verso sud; e come esse abbandonavano il loro nido costruito con sforzo, allo stesso modo lei si lasciava dietro un po’ della sua indipendenza e lucidità.
Luca la tempestava ancora di chiamate, non riusciva proprio a capire, inoltre era certa che se avesse alzato la cornetta, Marco e Giulio ci sarebbero stati, come sempre d’altronde … “Ma perché ti devi impuntare proprio su di lui? Non ce la fai ad accettare il fatto che sia uno stronzo? Non puoi cambiare le persone, Lully, e di sicuro non uno come Simone.”

Ma perchè scusa? E poi non ho mai detto di volerlo diverso. mi piace, mi piace così com’ è.

“Più ci pensi, peggio stai. lo sai che lo dico per te.”

“Beh, allora taci anche per me. Sono veramente stufa di queste storie banali, non mi lasciano nulla..magari si, ci sto bene i primi tempi, ma dopo? cosa mi resta dopo un mese, un stagione? Ricordi. Belli, ma passati. Io voglio qualcosa che mi sorprenda ogni  giorno, voglio scoprire sempre e non finire mai.”

“Prontooo? C’è nessuno? il cervello di Lully è pregato di tornare ai suoi 28 anni.” Ok, forse è il caso di smetterla. Ma sì, Mela, usciamo. Andiamo a ballare, andiamo a vivere.

“Mela, amore, mi presteresti il cellulare, avviso un po’ di gente. Oggi la Lully ritorna in pista!” E proprio quando tutto sembrava ricominciare per il verso giusto, Lully si accorse di un messaggio, non ancora letto: oh, il mittente lo conosceva bene. Non ci poteva credere. Non lo voleva credere. Alzò lo sguardo smarrita, e la faccia supplice di Mela le confermò ciò che non sperava.

 

Gemma Nicola (4D)

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