“Ma In Costa Rica ci sono le scuole? Io pensavo ci fossero solo spiagge e palme.”
In seguito ad una minuziosa e dettagliata indagine e con grande sorpresa di molti, posso confermare che in Costa Rica le scuole esistono.
Questo non toglie che siano molto diverse.
Naturalmente non posso parlare di tutte le scuole di tutto il paese, quindi parlerò solo della mia, il Liceo “Pacto Del Jocote”.
Per chi se lo stia chiedendo, “Jocote” è un frutto tanto esotico, quanto terribile: acido come mille limoni quando è verde, grumoso e appiccicaticcio quando è giallo. Nessuno è ancora stato in grado di dirmi perché la scuola si chiami così. Ci sono varie ipotesi e molte speculazioni, ma questa è un’altra storia.
Fatto sta che nel Pacto si vedono le cose con ottimismo, perché non si può fare altrimenti. Si cerca di apprezzare i colorati e creativi murales degli studenti e non notare che i muri su cui sono fatti sono di cartone e compensato, anche se qualche simpaticone (quelli sono uguali in tutto il mondo) ha creato, secondo un’arte tramandata da generazioni, strategici buchi e brecce per poter comunicare da una classe all’altra, semplicemente spostando il “muro” con un dito.
È risaputo; la Costa Rica è il paese con piú biodiversitá del mondo e questo si vede fin nelle aule scolastiche, con cani, gatti, iguane, ragni, formiche, scarafaggi etc etc.
Si cerca di vedere quanto siano belle le uniformi e come ci facciano sembrare tutti uguali senza fare troppo caso al caldo infernale che tengono sotto a quel tetto di lamiera che proprio isolante non è…
A proposito del tetto: c’è.
Ma il soffitto no, quindi il rumore rimbomba da tutte le aule e da tutte le parti, cosicché il silenzio è una condizione tanto strana, quanto inquietante. Dopotutto sbaglio o ci siamo evoluti nella giungla? Dovremmo essere pronti ed abituati a concentrarci in assenza di silenzio. E di luce.
Ma poi a cosa servono le LIM se abbiamo la creatività e la voglia? Basta un proiettore su una lavagna normale! E che importa se i libri non hanno una versione digitale? Basta farci una foto e proiettarla!
Bisogna ammettere che chi ha impostato le aule è stato piuttosto geniale: il semplice assegnare all’unica aula con i ventilatori il ruolo di aula di matematica l’ha fatta (quasi) amare dagli studenti.
La scuola ci dà tutto ciò che potremmo desiderare, abbiamo perfino dei frutti stranissimi che crescono sulla recizione che, anche se sembrano usciti direttamente da un giardino magico di un libro fantasy, si mangiano e sanno un po’ di “chile dulce”.
Se poi si ha ancora fame si può andare da Doña Mercedes che ha sempre le empanadas pronte, ¡sólo 600 colones!
In ogni caso c’è la “mensa” a cui l’80% degli studenti ha diritto a mangiare gratis perché le famiglie sono di “escasos recursos”. Il cibo è buonissimo, lo portano da fuori perché la struttura è piccola e si mangia nelle classi per lo stesso motivo.
Le aule sono piccole, i banchi molto piccoli e le sedie piccolissime, ma va bene così, si è già fortunati da averle, perché ogni tanto qualcosa va storto con l’orario e si deve fare lezione sotto l’albero della Guayaba.
Per chi se lo stesse chiedendo la “Guayaba” è un’altro frutto strano… e voi vi fate troppe domande.
Ormai sono qui da tre mesi ed ho sentito un sacco di lamentele dei miei amici e compagni in Italia su quanto la nuova sede sia piccola e brutta e scomoda e tante altre cose. Naturalmente li capisco, se non fossi qui probabilmente anche io mi lamenterei.
Certe cose si vedono molto meglio da lontano, forse perché si capisce quanto siano piccole e insignificanti. La mia vita prima di venire qui è così lontana che posso vedere con chiarezza quanto fossero effimere tante cose.
Fino ad oggi una delle lezioni più importanti che ho imparato qui in Costa Rica è che chi può avere tutto, spesso non apprezza niente, ma chi non ha quasi niente, apprezza tutto.
Così il miglior regalo di compleanno sarà una caramella perché qualcuno ha pensato a te, se non c’è la polizia davanti al portone è un bel giorno e se si guarda bene il lato positivo lo si trova sempre ed è anche il lato migliore delle cose.
Roberta Rosati, correspondiente desde Costa Rica