Dal 9 novembre tutta l’America è in subbuglio dopo l’elezione – inaspettata – di Donald Trump. È stata una battaglia politica molto dura da vincere. Fino all’ultimo il risultato è stato incerto, un momento la vittoria sembrava in mano a Hillary Clinton, il momento dopo nelle mani di Trump.
Molti dei paesi europei non sembrano soddisfatti. Non solo, numerosissime sono state le proteste negli stessi Stati Uniti. Da New York, a Chicago a Los Angeles gruppi di persone sono scese per le strade protestando contro il nuovo presidente. Particolarmente violenta è stata quella a Portland, in Oregon, in cui un uomo è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco e in cui la polizia ha dovuto utilizzare lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere i manifestanti. Ci sono stati almeno 200 arresti.
Lo slogan che ha ispirato le proteste è “Not my president”.
Gli organizzatori delle manifestazioni hanno scritto su Facebook: «Dobbiamo unirci nonostante le nostre differenze, per impedire che l’odio governi il Paese».
A New York, la marcia è partita intorno alle 19 da Union Square, dove centinaia di giovani hanno iniziato a sfilare lungo la Fifth Avenue armati di cartelli scritti a mano, molti con la frase «love trumps hate» (l’amore batte l’odio), e guidati da slogan come «Rifiutiamo il presidente eletto».
Hanno sfilato anche a Philadelphia, Miami, Dallas, Washington, Denver, Siattle e Baltimora.
Trump inizialmente ha accusato i dimostranti di professione di essere stati invitati dai media, ma poi ha smentito le sue parole. Ha affermato: «Amo il fatto che piccoli gruppi di manifestanti della scorsa notte abbiano dimostrato passione per il nostro grande Paese. Ci uniremo tutti e saremo orgogliosi!».
Lo sperano tutti, anche perché la democrazia è basata sul governo della maggioranza e l’unica cosa che si può fare è sperare che la maggioranza della popolazione americana – quella responsabile della vittoria di Trump – abbia fatto la scelta giusta. Le conseguenze di questa scelta si vedranno nei prossimi mesi e avranno impatto su tutto il mondo.
Isabella Scotti (2L)