L’ultima riga delle favole

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riga-favole-immagine-copertina“Se desideri una cosa e pensi veramente di meritartela smetti di chiederti perchè gli altri non te la danno. Alzati e vai a prenderla.”

Senza troppi preamboli: questo è il titolo del primo (nonché unico) romanzo finora pubblicato da Massimo Gramellini, giornalista e vicedirettore de La Stampa, il ben noto quotidiano torinese.

La copertina reca l’immagine di una mano protesa verso un cuore rosso, stilizzato, che levita all’interno di una gabbia. Non attira il lettore, come nemmeno il titolo. Eppure si presenta nelle librerie avvolto da una fascetta di carta rossa che dice: “più di 25000 copie vendute. Insegna ad amare e ad essere amati”

Scorredo velocemente le parole della quarta di copertina, quella di Tomas, il protagonista, appare come una storia inverosimile, priva di fondamenti logici. Tuttavia, qualcosa invita a continuare la lettura: lui è un professorino di lettere antiche, privo della bellezza dei grandi personaggi della letteratura e sicuramente non eroico. Eppure colpisce, con le sue guance troppo rotonde e i capelli arruffati.Colpisce per la semplicità con cui ammette il suo problema: Tomas fugge dall’amore, in senso letterale. Appena incontra e comincia a conoscere una donna per cui potrebbe provare dei sentimenti, inevitabilmente se ne allontana starnutendo.

Il principe azzurro non si comporterebbe così. Edward, il vampirone di Twilight rinuncia a tutto per la noiosa mortale Bella. Ebbene, il timido insegnante di lingue morte, invece, dopo una serie di delusioni e dolori passati che diventano più profondi con l’intrecciarsi della trama, rifugge il tanto idolatrato sentimento.

Tomas si tuffa in mare per sfuggire all’abbraccio d’uno sconosciuto e affonda, nel blu. Si risveglia alle Terme dell’Anima, il luogo dove ricomincerà a vivere grazie all’aiuto di una serie d’improbabili ma affascinanti Maestri.

Guidato dalla Voce Che Parla Dentro, pericolosamente simile a quella di Arianna, la sconosciuta ma amata donna bruna dagli zigomi alti, il protagonista si avvicina alla fonte delle sue sofferenze e le perdona. Non con la naturalezza di chi è già in pace con se stesso, non con la semplicità di chi ha trovato una nuova, imperiosa fonte di gioia. Niente di tutto questo, perché lui è un uomo normale alle prese con i cinque pugnali affilati del passato che non ha smesso di tormentarlo. Un po’ come tutti noi, alla fine.

L’ultima riga delle favole è un libro per non ridere, dalla prima all’ultima pagina. Racconta la causa dell’amore e spiega al lettore come imparare a volerlo e a goderne. Senza più starnutire.

 

Eleonora Rossi (4B)

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