Settembre. Eravamo rimasti a settembre. Dove l’incubo inizia. Il mese delle scadenze, degli ultimatum, dei controlli frenetici al sito dell’ateneo.
Il sito dell’università, sia esso Unito.it oppure Polito.it, è più cliccato di Google, Youtube e Facebook messi insieme dal futuro studente: da quel dannato sito dipende la tua immatricolazione, la tua iscrizione, il pagamento delle tue tasse, gli orari delle tue lezioni: insomma, da quel sito dipende il tuo futuro, la tua vita. Il Cielo non voglia che nel mese di settembre i tuoi genitori decidano di fare una gita fuori porta in montagna; quel giorno non hai il pc. Puoi star certo che proprio quel giorno è stata pubblicata una fondamentale scadenza per la corretta procedura della tua iscrizione. Il giorno dopo, diligentemente, controlli il sito prima ancora di aver fatto colazione, ma quella data, quella fondamentale data entro la quale è indispensabile presentarsi nel luogo X all’ora Y con il documento Z, è stata sepolta da una marea di altre notizie altrettanto fondamentali.
Così succede che ti sfugge la novità dell’anno: il test d’ingresso di latino per la facoltà di lettere e filosofia, per esempio. Test che scopri essere lecito “saltare” solo in caso di grave malattia, lutti, o soggiorni all’estero in quella data. Te lo dice tua madre, che a sua volta è venuta a saperlo dalla collega che ha un’amica che ha una sorella il cui figlio si è iscritto quest’anno ad archeologia. Speri che il test riguardi solo gli archeologi, o che nel processo di passaparola la notizia sia giunta a te distorta. Ma il dubbio ti viene.
Sudi freddo. Pensi: la tua carriera è saltata, l’inimicizia con il docente di latino è assicurata. L’unica soluzione per uscirne vivi è simulare la morte di qualche caro e toccare ferro. L’ha detto a tua madre la zia dell’archeologo. Ma no! no! come può essere così? Ti fiondi a casa, alla velocità della luce, e mentre sei ancora sul pianerottolo accendi il computer solo con la forza della tua mente. Accedi nel maremagnum del sito dell’ateneo. Fai il login, entri nella sezione della tua facoltà, vai sulla bacheca, accedi alla sezione “futuro studente”, poi ti ricordi di aver già pagato le tasse, di essere già iscritto, sei Dio vuole, allora torni indietro e vai alla sezione “studente”, scorri tutte le notizie che non ti riguardano quali: dottorato di ricerca, laurea triennale, laurea magistrale, piano di studi, lavorare in ateneo, tutorato, tesi online, studenti dislessici, studenti disabili, studenti stranieri, residenze e mense… non c’è. Non sai cosa stai cercando, né dove cercarlo, ma sai che non c’è. Non trovi il dannato link. Torni indietro. Perdi il login, non importa, rifai il login. Vai alla sezione “didattica”. Se questa volta non trovi quello che ti interessa sei disposto a chiamare il rettore piangendo. “Didattica”, “offerta formativa”, “orientamento e tutorato”… ecco, forse è qui: “immatricolazioni, iscrizioni e scadenze amministrative”. “Latino – test d’ingresso”, bingo! Clicchi, tremante. È vero, proprio così… da quest’anno hanno introdotto il test d’ingresso di latino. Leggi tutto, per filo e per segno, la nuova Bibbia. Sei fregato, ma non del tutto: hai un’ultima possibilità: recuperare il test a metà novembre. Nel frattempo non frequenterai nessun corso di latino. Peggio per te! Corri da tua madre e la baci forte: forse per quest’anno vai all’università! Dovresti avercela fatta! Poi torni in camera tua, con l’adrenalina che ancora ti scorre nel sangue a fiumi. Ti abbandoni sul letto, perché questa ricerca del link ti ha sfibrato. Allora inizi ad immaginare il giorno del test di recupero, il 17 novembre. Sei forse l’unico che se l’è perso? Certo! Tutti gli altri iscritti l’avranno fatto entro i giusti tempi. E allora ti vedi lì: al test di recupero, munito di certificato di morte falsificato, tu ed il professore. Nell’aula magna di Palazzo Nuovo. Il docente ti scruta con disprezzo: “è mai possibile che questo decerebrato debba recuperare il test che si è svolto a settembre? Era così chiaro, così evidente!” Tu, solo con il tuo dizionario. Immagini anche che forse qualcuno che aveva davvero la rosolia il giorno del test potrebbe anche esserci a fare il recupero con te. Smetti di pensarci.
Ottobre. Primo giorno di scuola, o meglio, primo giorno di lezioni, ma hai ancora la forma mentis del liceo e continui a chiamare l’università “scuola”. Aula 12, aula 12 … chissà dov’è. Non è difficile orientarsi: la trovi. È una lezione che non rientra nel tuo piano di studi, ma la frequenti lo stesso, perché la prima settimana è così: frequenti TUTTO, anche “storia dell’ebraismo F” (interessante, tra l’altro!). Eravamo rimasti all’aula 12. Entri, sono le 8 meno 5, la lezione inizia alle 8,15, ma l’aula è già piena; poco male: ti siedi per terra, ci sono almeno altre venti persone che lo fanno. Nella scelta del posto, però riponi una cura particolare: scegli di sederti accanto a chi ha scritto in faccia “anche io sono del primo anno e sono terrorizzato”. Fai la conoscenza con il collega matricola, chiacchieri di due scemenze: “Ah, però Palazzo Nuovo non è brutto come dicono tutti…”, “Già…”, finché non arrivi all’argomento tabù: il test d’ingresso di latino. “Tu l’hai fatto?” “Eh no accidenti, me lo sono perso. Ma anche una mia amica mi ha detto di non averlo fatto. Cavolo, su quel sito non si capisce niente!”. Sorridi. Entra la prof. Si comincia.
Annalisa Chiodetti