Una storia legata alla povertà è quella della bimba che ha attirato l’attenzione per i suoi capelli biondi e gli occhi azzurri all’interno del campo Rom greco e ha impietosito il cuore di tutto il mondo.
La piccola aveva destato i primi sospetti a causa dei tratti somatici spropositatamente differenti da quelli dei presunti genitori, i quali avevano sotto la loro cura altri dieci bambini.
I finti genitori, smascherati in seguito dal test del DNA ,hanno sempre sostenuto di non averla rapita, come credono le forze dell’ordine, ma di averla adottata illegalmente.
Questa versione sembra farsi sempre più concreta soprattutto grazie alla comparsa della madre biologica di Maria (questo il nome della bambina). La donna di origine bulgara ha confessato di aver venduto la figlia subito dopo il parto perché non aveva le risorse necessarie per il mantenimento di un altro figlio.
Nel caso in cui la maternità venisse confermata per Hristos Solis e Eleftheria Dimopoulou, i due genitori rom, sarebbero guai seri a causa dell’analogia di tutta la questione con altri casi nei quali le bambine venivano allevate per poi essere vendute come spose o costrette a prostituirsi.
Questa storia ha risollevato l’attenzione anche sugli atti di razzismo contro i Rom che da sempre sono il capro espiatorio più citato, oggetto del pregiudizio generale per via del loro modo di vivere. Ma che differenza fa il modo di vivere di una persona rispetto a come vive un’altra in un mondo multietnico come il nostro? Apparentemente ognuno di noi direbbe che non vi è alcun male nel vivere con tradizioni e abitudini differenti, ma fin da bambini siamo abituati a criticare tutto ciò che si differenzia dalla nostra routine quotidiana e in alcuni casi a disprezzare senza conoscere.
Martina Paganelli (1H)