Da sempre le istituzioni politiche hanno associato all’uso della marijuana un atteggiamento del tutto diseducativo, inutile e superfluo per lo sviluppo e la crescita della società; allo stesso tempo però è un dato di fatto che le giovani generazioni ne facciano uso, non sempre consapevolmente, il più delle volte semplicemente per provare una forma di trasgressione. Al pari dell’alcol, altro problema sociale da non sottovalutare, la marijuana è sempre più diffusa. Perché, però, il primo viene tollerato e venduto liberamente, mentre la seconda è considerata illegale, quando entrambi, sappiamo benissimo, provocano danni talvolta anche irreparabili? Dopo diversi dibattiti a riguardo si è cercato di dare una risposta a questa domanda che in molti tra giovani e adulti nella società si pongono da anni. In queste ultime settimane, infatti in Italia è ripreso il confronto riguardo la legalizzazione della marijuana a scopi terapeutici.
Non la si può condividere liberamente in pubblico con gli amici o sul balcone di casa, ma la sua liberalizzazione da pochi giorni è stata votata. Mercoledì 15 gennaio, infatti, Torino, primo caso in Italia, ha approvato un documento che permette la produzione e l’uso controllato della cannabis. In assenza di una legge nazionale, ovviamente, non si tratta di un notevole cambiamento, ma comunque di un importante segnale di apertura su una questione che ha sempre diviso la politica e la società civile. Altre città, come Milano, hanno chiesto il documento per vedere se sia possibile approvarne uno simile.
Molti si chiedono quale modello di società si voglia costruire. L’Italia potrebbe ispirarsi ad un modello più severo, opposto al modello olandese (che concede la quasi completa libertà sull’uso di questa sostanza); l’attuale governo olandese non considera l’uso delle droghe un rischio e quindi ne permette la consumazione.
Non la pensa così Domenica Genisio, l’unico membro del Pd che ha votato contro la legalizzazione della marijuana. Non è certo l’unica a essere contraria, schierandosi apertamente con la minoranza in Consiglio Comunale.
“Da un lato la marijuana può aiutare i ragazzi a vivere più facilmente per qualche ora, però poi? Non possono passare la loro vita attaccati a una canna”, afferma la consigliera del Pd, “oltre ad essere del tutto diseducativo, se fumata in modo eccessivo comporta gravi conseguenze alla salute della persona”.
“Vogliono far gestire la droga allo Stato? Facciano” continua Domenica “ma poi nessuno venga a piangere se i ragazzi si drogano. Pensare di combattere i narcotrafficanti legalizzando la cannabis mi sembra riduttivo. Invece di trovare una soluzione più saggia e meditata si accetta qualunque compromesso, anche legalizzare una droga.”
Sicuramente la legalizzazione delle droghe leggere potrebbe comportare, come afferma la consigliera del PD, un lento ed inesorabile degrado della nazione ma allo stesso tempo, con la legalizzazione della cannabis, si dovrebbero prendere in considerazione una serie di aspetti positivi: quantomeno l’assunzione di sostanze a scopo trasgressivo perderebbe di senso, come già avviene nei coffee-shop olandesi, sempre più pieni di turisti ma poco frequentati dai locali.
Caroline Garabello (3B)