Memorie di una disfatta

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La prima impressione è quella dell’ora d’aria, in un carcere. Sebbene siano solo le 7.30 al Polo Didattico L. Fibonacci, sono già 593 le persone che camminano avanti e indietro guardandosi in cagnesco. Per tutte loro oggi, 26 agosto,è un giorno importante: ognuna di esse proverà a staccare uno dei 30 ambitissimi biglietti per la Scuola Normale Superiore di Pisa.

In pratica, tutto funziona come una grande lotteria. Oggi e domani ci saranno due prove, una di matematica e una di fisica. Sei problemi per ogni prova, 6+6 ore di tempo per provare a risolverli.

Se si azzeccano i numeri è il BINGO: si va all’università di Pisa, si seguono i corsi della Normale, si ha a disposizione vitto e alloggio. Tutto questo non solo è gratuito, ma si riceve pure un assegno mensile a titolo di borsa di studio. Non c’è da stupirsi, quindi, che il premio faccia gola a molti.

Oggi, fra gli iscritti al test, ci sono anch’io: non tanto per la speranza di passare quanto spinto dall’amore che provo per l’Umbertimes (e per la notizia). Veniamo divisi in gruppi di 45, ogni gruppo smistato in un’aula diversa e ad ogni candidato data una busta. Essa contiene 3 fogli protocollo timbrati e una busta più piccola. Quest’ultima serve a racchiudere un talloncino con su scritto il proprio nome, che verrà letto solo una volta corretto l’elaborato. Poi, finalmente, si distribuisce il compito. Appena ricevo il foglio l’occhio mi cade sulla domanda 2.

 

2) Si consideri un poligono di lati a, b, c, d, inscritto in una circonferenza, come quello illustrato in figura. Si dimostri che vale la relazione

d3 – (a2 + b2 + c2) d – 2abc = 0

 

Tutto ciò mi lascia perplesso. Leggo il problema dopo, poi quello dopo ancora. Passato un quarto d’ora a scartare problemi, realizzo che un foglio ha solo due facciate e che, quindi, la possibile rosa di scelte è finita. Prendo la penna, e cerco di tirare fuori qualcosa.

 

٭٭٭

 

Secondo giorno, prova di fisica. Prassi identica. Ricevuto il foglio, leggo le domande.

 

1) Qual è la decelerazione massima sopportabile da una bici di centro di massa m e distanza h affinché le ruote non slittino, usando solo il freno anteriore? E usando solo quello posteriore?

 

2) In un rivelatore entrano particelle non relativistiche di massa m e carica q, alla velocità v0. Un campo magnetico E le fa deflettere verso due piatti a e b (in moto rettilineo uniforme) fra cui c’è un campo magnetico B. Si creano elettroni di bassa energia e tutto ciò provoca la ionizzazione del gas…

 

Rileggo più volte, cercando quantomeno di capire la situazione. Che cos’è un elettrone di bassa energia? Leggo con attenzione ogni domanda. Sono tutte al limite dell’impossibile. Metà dei candidati ha già abbandonato l’aula, disperata. Per principio io non consegno mai un compito in bianco. Pertanto, prendo la penna e scrivo:  “Problema 1, soluzione”.

 

Allora, partiamo dal principio. Una bici si muove. E’ una bici, è fatta per quello. Meglio appuntarlo. Perché una bici si muove? Be’… ci sono le gambe, i muscoli, i mitocondri. Ecco, la chiave sono i mitocondri! Essi trasformano zuccheri in energia, proprio come diceva Einstein. E= mc2 (e con questa citazione la commissione sarà ai miei piedi). Mi fermo un attimo. Siamo sicuri? Chi ha mai visto tutto ciò? Io no di certo. E neppure i villici del XIII secolo, poco ma sicuro. Prima che Einstein inventasse ‘sta roba come si muovevano le bici? Non lo so, ma può darsi che centrino i Templari (appena c’è un segreto quelli saltano sempre fuori). Forse erano proprio i templari quelli che sapevano come si muovessero le bici. Rifletto. Sì, mi pare di ricordare che è così. Sicuramente si saranno dovuti rifugiare nei boschi e suonare il campanello al lume della Luna. (e concludo la prima risposta con l’immagine dei Templari che volano via con E.T. dentro il cestino portandosi dietro il santo Graal). Bene! Guardo il foglio. Mi sembra un po’ spoglio, però. Qui ci vuole un bel fumetto! Iniziamo con una cosa un po’filosofica. In un Café Philosophique Horkheimer parla con Voltaire (Hegel fa da cameriere): “I gas perfetti non proveranno solitudine nella loro perfezione?” (alla commissione piaceranno sicuramente i collegamenti interdisciplinari). L’illuminismo è sempre un buon soggetto per un fumetto. Molto poetici, i Café philosophique… Un uomo entra in un caffé. Splash. E’ vecchia. La conosceranno? In qualunque caso io la scrivo. “Tutto fa brodo”, si dice.

Conclusa la mia opera, metto tutto nella busta e sigillo. “Se non altro” penso mentre consegno, con un sorriso idiota stampato in faccia “mi daranno il premio all’originalità…”

 

Andrea Gallo Rosso

 

Una giornata ... Normale - Disegno di Andrea Gallo Rosso

Una giornata ... Normale - Disegno di Andrea Gallo Rosso

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