Cosa succede quando 20 ragazzi che non avevano mai fatto Teatro si ritrovano catapultati (si parva licet) nel mondo di Pirandello, Shakespeare e Goldoni? Si crea tensione, ansia e preoccupazione, ma anche risate, scherzi e divertimento.
Lo spettacolo, andato in scena il 10 dicembre scorso, si intitola “Cadere nel vuoto: la chiave per l’universo?”. Nasce dalla cooperazione tra la IV B del Liceo Classico, i ragazzi lettoni del progetto Erasmus, la professoressa Iavarone e l’attore e regista professionista Marco Alotto.
La domanda chiave su cui si incentra è “Che forma ha l’Universo?”, riscritta nel 1904 dal matematico francese Henri Poincarè sotto forma di congettura.
Si cerca di dare una risposta ripercorrendo gli studi di filosofi, matematici e pensatori illustri del calibro di Galileo, Archita e Colombo.
A turno vengono illustrate le diverse idee, per permettere agli spettatori (gli alunni di diverse classi e i rispettivi docenti) di capire il percorso evolutivo del pensiero umano sull’argomento.
La rappresentazione, con il grande lenzuolo bianco simboleggiante l’universo sul quale salgono i personaggi che indagano sulla forma dello stesso, si snoda con la citazione dei testi, non sempre matematicamente corretti: quelli di Dante e di Calvino, ad esempio, fanno capire che l’intento dello spettacolo non è quello di essere una lezione universitaria sulla Congettura di Poincarè, quanto un modo per i presenti di avvicinarsi all’argomento, di interessarsi a qualcosa che magari avranno migliore occasione per approfondire e, perché no, per riflettere su un tema di dimensioni… gigantesche.
Senza la partecipazione della professoressa Iavarone per le spiegazioni di carattere matematico, del professor Pizzala per i testi danteschi, e per lo straordinario contributo di Marco Alotto, questo spettacolo non sarebbe mai stato realizzato.
Riccardo Tione (4B)