Ripensando a come la generazione dei miei genitori ha vissuto la scuola, mi ritengo fortunato a non essere nato in quel periodo. Ovviamente però, come su qualsiasi cosa, è una questione di punti di vista. Solamente fino a trent’anni fa lo studente aveva torto indipendentemente da quello che capitasse mentre l’insegnante aveva ragione e le famiglie appoggiavano in tutto e per tutto il corpo docente. Ora la situazione è cambiata, tanto ds essersi a volte del tutto invertita: tra studente e insegnante non si capisce chi comandi. Di fronte ad un voto negativo o a una nota ricevuta dallo studente il genitore è pronto a difendere strenuamente davanti agli insegnanti il proprio figlio. Sarebbe meglio invertire la tendenza e trovare un giusto equilibro tra passato e presente. Le situazioni poi vanno analizzate caso per caso in modo preciso ed obiettivo. In certi casi l’autorevolezza degli insegnanti viene sminuita da un atteggiamento denigratorio da parte delle famiglie ed in altri gli insegnanti hanno comportamenti alquanto discutibili come nel caso della scuola media di Oristano, dove l’insegnante di Italiano ha separato gli studenti intelligenti da quelli aventi difficoltà facendoli rimanere con la faccia contro il muro siccome non li considerava degni di partecipare alla lezione; i genitori hanno reagito, più che giustamente, denunciandola per i suoi comportamenti. Per risolvere le situazione basterebbe seguire il buon senso e mettere sempre il rispetto dello studente e del docente al primo posto; è necessario quindi un dialogo, sia all’interno della famiglia sia tra studenti ed insegnanti. I professori dovrebbero far di tutto per accrescere l’autostima degli studenti, incoraggiandoli, mettendo in risalto i loro miglioramenti, mentre gli alunni dovrebbero rispettare i professori, che per loro sono delle guide verso l’apprendimento, anche solo per il lavoro che fanno. Ricordiamo però che gli insegnanti ottengono rispetto quando dimostrano competenza, serietà, interesse verso i giovani a loro affidati. Nessun alunno riesce a resistere al “fascino” di un insegnante che dimostra capacità di comando e di comunicazione. In fondo siamo umani, e certi comportamenti sono quasi impossibili da cambiare; quello che, da persone mature, si dovrebbe fare è rimproverare senza insultare e apprendere dagli errori commessi.
Paolo Galieri