<<Cos’hai?>>
<<Niente>>
<<E allora perché sei lì, rannicchiata in un angolo con la testa fra le gambe, con la musica nelle orecchie e due occhi lucidi come un diamante? Vieni a parlare con noi! Non isolarti nel tuo mondo! Vieni Kate! Alzati e non chiuderti in te stessa, vedrai che con gli altri ti sentirai meglio, basta un semplice sorriso.>>, mentre disse queste parole tirò per un braccio l’amica.
<<No! Lasciami stare! Non voglio alzarmi, sono triste.>> e intanto le scese una lacrima su quel viso sciupato.
<<Ma non concludi niente se stai lì! Rimarrai sempre infelice se non cerchi di tirarti su il morale in qualche modo! Vieni a divertirti, su!>>
<<Ma tu non capisci niente!>>, alzò la voce talmente forte che divenne rossa come un pomodoro e scoppiò a piangere.
Ludovica fece un lungo sospiro e riuscì a mantenere la calma. Poi ribatté: <<E cosa dovrei fare? Mettermi a piangere accanto a te?! Kate! Ragiona un attimo. Sto cercando di darti una svegliata! La vita non è una passeggiata! Sarà sempre animata da sventure e problemi! Niente filerà mai tutto liscio! Ci sarà sempre qualcosa che andrà storto! E se vivi sempre così, crogiolandoti, non sarai mai felice! Vuoi vivere in questo modo?!>>.
Kate scoppiò nuovamente a piangere, allora Ludovica si accovaccio vicino a lei le tese le mani con un sorriso stampato sulle labbra e si abbracciarono forte come non avevano mai fatto. Dopo le prese il viso tra le sue candide mani e si misero a piangere insieme.
<<No, no, aspettate un attimo. Non va assolutamente bene questo pezzo finale! Cosa ne penserebbero i nostri spettatori?! Si taglierebbero le vene! Un film dovrebbe far sognare, non deprimere!>>
<<Sarà il primo film senza precedenti!>>
<<No, non va assolutamente bene! Cambiamo questa parte finale, il resto può andare. Tutti ai propri posti! Ciak, azione>>.
Dopo le prese il viso tra le mani e le asciugò le lacrime lentamente distendendogliele sul suo viso privo di energie.
<<Ok, basta così, direi di concludere il film in questo modo.>>
<<Ma non sarà troppo ambiguo?! Secondo me dovremmo dargli un epilogo, ad esempio concluderlo con un “e da quel giorno vissero tutti felici e contenti”.>>
<<Ma l’hai finita di contraddirmi in continuazione? Sono io il regista, non tu! Odio le storie con una fine! Trovo troppo banali tutte quelle solite frasi da favola classica insignificanti. La vita non è una favola, bisogna anche essere capaci di aprire gli occhi alla gente, non solo farla sognare, sogni che poi volano nell’aria come dei piccoli pezzi di carta soffiati dal vento e poi…>>
<<Sì, ma sono proprio i sogni che fanno rimanere ancora in piedi l’umanità! Non l’hai detto pure tu, prima, che i film dovrebbero fare sognare?!>>
<<Hai finito di intervenire a sproposito? Non ne posso più! Sono io che ti devo dare il permesso di intervenire! Guarda che ti licenzio!>>
<<Oh bello, abbassa il crestino, che qui non siamo in un pollaio! Io posso parlare quando voglio, anch’io ho il diritto di esprimermi.>>
<<Scusami, hai ragione. Comunque, stavo dicendo, bisogna lasciare libera interpretazione alle persone, ognuno ha la capacità di continuare le storie a proprio piacimento, pensando nella propria mente ad un lieto fine personale, perché non siamo tutti uguali e quindi abbiamo diversi sentimenti.>>
<<Si si, abbiamo capito tutti, basta con le tue perle di saggezza.>>
<<Che barba! Volevo solo fare la parte del regista saggio, che sa veramente il significato di quello che compone, a differenza di quelli che invece buttano giù il copione come se fosse uno straccio da usare per togliere la polvere.>>
<<Bravo, bravo! Complimenti! Certo che sei proprio vanitoso!>>
<<Certo che mi vuoi proprio bene… bando alle ciance, è solo tempo sprecato! Ripetiamo lo spettacolo da capo, ché domani c’è la prima visione!>>.
Arianna Ceschina (2B)