Natalia e Visha: un esempio per i nostri prof

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Natalia e Visha sono due ragazze da poco laureate,  rispettivamente l’una statunitense-messicana e l’altra mauritiana, membre dell’Associazione  “Aiesec”. Quest’ultima  ha il programma di mettere in comunicazione giovani di varie culture, offrendo loro borse di studio e soggiorni in paesi con usi e costumi diversi. Natalia e Visha stanno partecipando attraverso all’AISEC  all’iniziativa “Torino Without Borders” ed il loro compito era di farci entrare a contatto con la cultura e le usanze del Messico e delle Isole Mauritius (isole a poca distanza dal Madacascar).

A mio avviso questo compito è stato da loro svolto in maniera ottimale, senza l’ausilio di particolari strumenti e con un metodo semplice ma efficace.

A differenza delle lezioni dei miei professori, infatti,  Natalia e Visha sono riuscite a farci interagire e partecipare in modo più “comunicativo”: oggetti reali dei loro paesi, osservazioni, dibattiti, giochi, tutte cose che  a mio parere mancano quasi sempre nelle lezioni quotidiane dei miei professori (e forse é proprio questo a caratterizzarle).

Abbiamo così avuto la possibilità di conoscere più a fondo gli usi, i costumi, le usanze culinarie e un poco della storia che contraddistinguono il Messico e le Isole Mauritius.

Confrontando queste lezioni con quelle dei miei professori, come dicevo, ho avuto la conferma dell’attuale carenza di comunicazione tra allievo e insegnante  nella scuola italiana, comunicazione che, secondo il mio punto di vista, è estremamente importante. La comunicazione, soprattutto negli incontri con Visha, era invece alla base della lezione.

Per un professore è molto importante saper interagire con gli allievi, mostrare qualcosa di ciò che vuole trasmettere, e sarebbe più bello e interessante se egli agisse in modo diverso dal solito, anche perchè così potrebbe appassionarci di più, spiegando in maniera diversa.

Sono stato esterefatto dal modo in cui Natalia e Visha sono riuscite a trasmetterci il loro ideali, i loro pensieri, le loro conoscenze e penso che molti professori, sotto un punto di vista didattico, debbano, come già detto, prendere esempio da queste due ragazze giovani, che sono riuscite in qualche modo ad “appassionarmi”.

Penso inoltre che in futuro mi piacerebbe molto partecipare a progetti tipo “Torino Without Borders”, magari in paesi in cui la situazione politica e sociale è completamente diversa dalla nostra, con la consapevolezza di poter contribuire alla formazione scolastica di ragazzi meno agiati.

 

Vittorio Lovera (1C)

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