9 febbraio 1867, sulla prima pagina della Gazzetta piemontese si legge: “Questo giornale, sotto altro nome, è dunque moralmente il medesimo di quello che portò finora il titolo di Provincia”. Così venne annunciata la fondazione di questo quotidiano dal giornalista Vittorio Bersezio, il quale fu il primo a diventarne direttore. I principi erano dunque gli stessi, cambiava solamente la testata. Testata, che a partire dal 1895, prese il nome de La Stampa. Il motto fu da subito «Frangar, non ectar»: il giornale si sarebbe spezzato piuttosto che piegato al volere altrui. Si ricorda per esempio che, sotto la direzione di Alberto Frassati, La Stampa, ultimo quotidiano a resistere al fascismo, fu costretta da Mussolini alla sospensione delle sue pubblicazioni per qualche giorno. Infatti La Stampa si è da sempre contraddistinta per la sua identità, slegata da qualsiasi opinione esterna, appartenente al “quarto potere” poi- ché indipendente, come riteneva Einaudi, e tenuta in piedi grazie ai suoi giornalisti e lettori, tutti italiani che tengono alta la bandiera, perché sono orgogliosi di essere tali e ciò spiega il loro interesse per il mondo. Dapprima giornale locale, l’informazione venne poi estesa a tutta la penisola, no ad assumere anche un carattere internazionale, particolare rilevante presente tuttora.
Quest’anno si festeggiano quindi i suoi 150 anni, un secolo e mezzo di storia, dall’Unità d’Italia no ai giorni nostri, e si spera che si riescano ancora a festeggiare almeno i suoi 200. Ma ciò dipende tutto dalle generazioni future, dalla cosiddetta generazione Z che dovrà riuscire a preservarne l’identità, cercando di mantenere l’intento di libertà di stampa, che è da sempre stato alla base di questo giornale. Già la creazione del sito web alla fine del ‘900 ha permesso una maggiore diffusione de La Stampa. Certo, l’ideale sarebbe quello di garantirne ancora l’edizione cartacea; sfogliare il giornale sen- tendo il suo profumo fa tutto un altro effetto, anche dal punto di vista grafico. Ma l’integrazione carta e web è già un grande e importante passo avanti in un mondo sempre più tecnologico, nel quale Internet è ormai accessibile a tutti, più comodo e immediato.
Buon compleanno, quindi, La Stampa! Che sia una grande festa per tutti questi tuoi anni. Che sia una presa di coscienza dell’importanza dell’informazione giornalistica. Che sia un monito per la libertà di espressione. Che diventi un simbolo per le generazioni future. Nella speranza che questo compleanno duri per sempre.
Arianna Ceschina