Endless Forms Most Beautiful, l’ultimo album in studio pubblicato dal gruppo metal finlandese Nightwish, è stato rilasciato il 27 marzo del 2015 e seguito da un tour mondiale durato fino alla fine del 2016. L’album si colloca perfettamente nel Symphonic Metal, con il coro e l’orchestra diretta da Pip Williams che costruiscono un tappeto a ogni brano e atmosfere che mutano in base all’esigenza dello stesso, intersecandosi con gli strumenti del gruppo e valorizzando il risultato finale. Un altro elemento che è entrato definitivamente nel sound della band è l’influenza decisamente folk portata dagli strumenti come bozooki e cornamusa del polistrumentista Troy Donockley, che aggiungono spunti interessanti alle canzoni in cui compaiono. Per quanto riguarda le chitarre di Emppu Vuorinen, esse costruiscono un riffing e delle ritmiche potenti e spesse (di impostazione Power, ossia caratterizzate da elementi tipici del Power Metal, ma in modo meno marcato rispetto ai primi lavori del gruppo), che si modulano in base ai brani, ispessendosi su quelli più “arrabbiati” (come Shudder Before The Beautiful o Yours Is An Empty Hope) mentre invece si moderano su quelli dove non è richiesta grande potenza (come il singolo Elan). Inoltre, seppure in maniera decisamente inferiore rispetto ai primi dischi, in questo il chitarrista si lancia anche in alcuni assoli (come sul brano di apertura, Shudder Before The Beautiful, caratterizzato da un “duello” tra la tastiera di Tuomas Holopainen e la chitarra di Emppu, per la prima volta dall’album Wishmaster del 2000), che pur non essendo particolarmente elaborati dal punto di vista tecnico né particolarmente veloci, offrono diversi spunti melodici interessanti, che fanno trasparire tutto il gusto e lo stile del chitarrista finlandese. La voce di Floor Jansen, per la prima volta presente su un album in studio dei Nightwish, è capace di modularsi, facendosi potente e d’impatto sui brani che lo richiedono, sfociando anche nel growl su Yours Is An Empty Hope, mentre assume caratteristiche più dolci sui brani più tranquilli come Our Decades In The Sun, e pur non essendo ai livelli della prima cantante del gruppo Tarja Turunen, supera sicuramente Annette Olzon, cantante del gruppo dal 2006 al 2012. Le seconde voci spettano a Troy Donockley e al bassista Marco Hietala, che cantano su diversi dei ritornelli delle canzoni. Merita, infine, particolare attenzione l’ultima traccia, The Greatest Show On Earth, di durata di 25 minuti e divisa in quattro parti, che presenta una struttura intricata e complessa e ripropone anche spunti dai brani precedenti, che mostra le abilità compositive di Tuomas Holopainen, e che dà una svolta al sound verso il Progressive Metal. L’album, complessivamente, è un lavoro decisamente ben riuscito, che pur non essendo, a parer mio, ai livelli dei primi dischi dei Nightwish, ne dimostra comunque la capacità, la bravura, lo stile e il gusto, che li rendono unici e irripetibili nel loro genere.
Francesco Fronte