Quando mi chiederanno che cosa ho imparato dall’Argentina potrò dire molte cose. Potrò dire che ho imparato lo spagnolo, o meglio, “l’argentino”, perché c’è differenza; potrò parlare del tango, del folklore, del mate, dell’inflazione, del calcio, della carne e molto di più. Ciò di cui avrò più piacere di parlare, però, saranno le cose a cui ho imparato a dar valore (e quelle a cui non darlo) nella mia vita in Italia. A volte siamo troppo presi, specialmente nelle grandi città del nostro primo mondo, da una vita stressante, sempre piena di impegni inutili, prodotti da comprare e problemi che non esistono. In tutto questo caos finiamo col vivere una vita poco nel presente, costantemente rimuginando sul passato o fantasticando sul futuro. Una vita piena, sì, ma di cose di cui perlopiù non ci importa davvero.
Anche solo dopo un breve soggiorno in un paese come l’Argentina, nel quale dominano problemi legati alla crisi economica, ci si rende conto che gran parte di quelli che chiamiamo problemi in Italia, in realtà, non lo sono. Le cose che ci fanno arrabbiare e ci fanno riempire la cistifellea di bile non sempre meritano tanto dramma. L’autobus è arrivato cinque minuti in ritardo? Giornata rovinata. Un tasto del telecomando non funziona molto bene? Il Wi-Fi non va? Tappati le orecchie mamma. La fidanzata si vede con un amico che non ti va a genio? I tuoi non ti comprano l’Iphone nuovo? Benvenuto broncio. Se ci fermassimo a pensare un attimo, capiremmo che magari l’autobus non è arrivato in orario per un poveraccio che ha avuto un incidente, che l’amico della fidanzata magari è un bravo ragazzo, che i tuoi magari non ti comprano l’Iphone perché questo mese hanno dovuto pagare la retta della tua scuola e che se il Wi-Fi non funziona… chi se ne frega. Esiste un’espressione, molto usata in spagnolo, che cade a pennello come risposta a tutte queste situazioni: “no pasa nada!”. L’espressione, che si tradurrebbe con “non importa”, letteralmente significa “non succede niente”. Che cosa mai cambierà un ritardo di cinque minuti in una giornata normale? Che cambierà un telefono un po’ più vecchio ma che funziona allo stesso modo? Niente, o meglio, niente di importante. Non succederà nulla alla famiglia, agli amici, alla salute propria e dei cari, al tetto di casa, al cibo nel frigo. Il “no pasa nada” però, non è da confondersi con il menefreghismo. Di problemi ne abbiamo in Italia, problemi a cui la gente a volte applica l’espressione ispanica erroneamente. Tutto sta nel saper marcare una linea. Sembra un po’ una cosa alla “attimo fuggente”, uno di quei film che ti fanno riflettere sulla vita per ventiquattr’ore per poi subito tornare alla routine come se nulla fosse, ma non è così. Non so se fosse l’atteggiamento argentino in generale o il fatto di aver passato il semestre in un piccolo paese, ma vivere un pochino di più “alla giornata” non è stato per niente male, anzi, adesso che sono tornato mi fa vedere l’Italia da tutta un’altra prospettiva. C’era una vecchietta in paese da me, un po’ come quelle del sud, sempre sedute davanti a casa su una sedia bianca ingrigita dagli anni, che mi ripeteva: “Se un problema ha una soluzione che ti preoccupi a fare? E se non ce l’ha, perché ti fai tanti problemi?”
Arturo Valpreda, corrispondente dall’Argentina