Partiamo dal principio: perché il 17 Maggio è la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia? L’idea fu del francese Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie, che nel 2005 inaugurò la prima Giornata internazionale contro l’omofobia, a quindici anni esatti dalla rimozione dell’omosessualità dalla classificazione internazionale delle malattie. Questa giornata divenne una ricorrenza promossa dall’Unione Europea a partire dal 2007, in seguito ad alcune dichiarazioni di autorità polacche contro la comunità LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender). Il testo approvato allora afferma che:
“il Parlamento europeo […] ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà i circolazione per tutte le persone nell’Unione Europea senza discriminazioni”.
Lo scopo di questa giornata è quindi quello di organizzare o promuovere eventi che diffondano questi messaggi di parità e di uguaglianza, ed è per questo che il Convitto, un giorno prima dell’effettiva data ufficiale, ha organizzato una serie di attività e laboratori per gli studenti. Il programma, diffuso nell’intero istituto attraverso numerosi volantini, prevedeva l’esposizione di materiale informativo e pubblicazioni relativi alla tematica LGBT in Aula Meeting e presso gli stand allestiti al secondo piano, la proiezione nella Zona Relax e in Aula Magna di filmati curati dagli allievi dei Licei, la partecipazione a un dibattito sulle tematiche di bullismo omo/transfobico in Aula Meeting, la messa in scena di performance teatrali itineranti, a cura della compagnia teatrale del Convitto (i Compañeros) e il concerto del gruppo Wais 85 in cortile.
In sintesi, a partire dalle undici, i corridoi e le varie aule dell’Umberto I si sono progressivamente riempiti di studenti interessati, intenti ad informarsi o semplicemente curiosi. Le attività proposte hanno ribadito l’importanza di vivere in una comunità in cui i pregiudizi non siano più forti del rispetto reciproco o delle leggi. Le rappresentazioni teatrali, tratte dal film L’altra metà dell’amore (titolo originale: Lost and Delirious), rimandano ai contrasti che si possono affrontare in famiglia, alla repressione della sessualità. Toccante anche il discorso del bassista dei Wais 85, che ha ricordato gli stati in cui l’omosessualità è oggi punibile legalmente, e ha sottolineato l’assurdità di questa prassi.
Le attività hanno quindi riscosso un successo forse inaspettato: gli stessi ragazzi, soprattutto quelli del biennio, si sono dimostrati particolarmente vicini all’argomento, anche attraverso slogan sulle braccia o sui vestiti. Insomma, a quanto pare ogni anno che passa il nostro Istituto si apre al dialogo e al confronto con tematiche che fino a qualche anno fa sarebbero state considerate tabù.
Diana Greco (2B)