Notte candidamente ritmata al Villaggio Olimpico

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Mezzanotte Bianca al Villaggio Olimpico

Mezzanotte Bianca al Villaggio Olimpico

 

Non bastava la pioggia, no: mancava la neve. E così la notte bianca si è dimostrata degna del nome che porta.

Fortunatamente noi non dovevamo uscire dal Villaggio Olimpico, a differenza di alcuni colleghi, e ci aspettavano sei caldi posti in teatro, e il compito di assistere a un lungo spettacolo musicale.

Lo show si è aperto con un intrattenimento improvvisato, evidentemente mirato a guadagnare tempo; una ragazza di Udine ha cantato senza accompagnamento “My heart will go on”. Poi il presentatore ha tentato una battuta sul tempo, e ha cantato come tenore, insieme a un amico, la canzone di “O’ sole mio” (per scaramanzia, forse) e la cosa pare aver funzionato.

È stato successivamente sostituito da una collega di Aosta, Erica, che è stata perfettamente in grado di intrattenere il pubblico, lanciandosi anche in medley di dialetti italiani.

Finalmente è salito il primo artista: Massimiliano del Convitto di Sondrio, in arte Picca. Ha cantato alcune canzoni in inglese, mettendo in mezzo traduzioni del testo. Quando poi è passato a De André, si stentavano a riconoscere le canzoni: il ritmo era alterato da cambi di tono improvvisi (che Faber non ha mai fatto) e da “Eh!” urlati a casaccio. Nonostante ciò il pubblico era in delirio (chissà perché …).

Cambio improvviso di atmosfera: salgono sul palco gli AC/DC di Aosta, che cantano e suonano bene. Unico errore? Aver lasciato cantare il batterista, non per difetti di esecuzione, ma per problemi di acustica: la voce era coperta dal suo strumento.

Sempre da Aosta, c’è stata un’esibizione corale, un gruppo di ragazze molto estive ha cantato “Sincerità” di Arisa e “Il mio canto libero” di Battisti. 

Il livello di bravura ha continuato a salire, raggiungendo quasi il suo apice, con Marco Barman di Lucera. Ha eseguito pezzi inediti scritti da lui, coinvolgendo il pubblico con il suo rap, al suono di “tira su le mani sto guaglione fa brutto!”.

Di seguito un coro di ragazzi delle medie provenienti da Campobasso: bravissime le soliste, ma un po’ troppo lenta la parte iniziale e da rivedere la presenza scenica.

Entusiasmante il gruppo del “G. Falcone” di Palermo, che alternando canzoni lente a ritmate, è riuscito a far cantare tutto il pubblico. Sono stati minuti spericolati, come quelli dei film.

È arrivata così la sbollentata dei ragazzi di Cividale, preceduti dal loro eclettico tastierista, che ha infiammato il pubblico sulle note di “Mi fido di te” di Jovanotti. Questo pezzo è stato seguito da quattro composizioni inedite del gruppo, che variavano da melodie romantiche a rock, sia in inglese che in italiano.

L’ultima esibizione ha reso protagonisti della scena l’Educandato di Milano e il Convitto di Napoli, i quali, uniti da un gemellaggio, e nonostante la mancanza di alcuni componenti, sono riusciti a cavarsela molto bene, gestendo la scena in maniera ammirevole (chapeau al chitarrista milanese).

In ultimo, permetteteci una citazione della fantastica presentatrice.

Pioggia 1, Convittiadi 0; ma stasera gliel’abbiamo suonate!

 

 

Anna Aglietta

Nastassia Aldanese

Chiara Carrera

Francesco Ghigo

Simona Tamburri

Serena Zanirato

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