Con i recenti appelli a vaccinarsi del Presidente della Repubblica, ecco che rispunta un altro gruppo di diversamente intelligenti e diversamente informati. Questa volta è il turno di quelli contrari alle vaccinazioni (o anti-vaxxers, per quelli che si sentono d’animo internazionale). Per quanto i richiami del Presidente Mattarella siano più che giustificati, anche dal fatto che l’Italia abbia ricevuto un richiamo ufficiale dall’OMS per la raggiunta, nel 2013, di un minimo decennale di copertura vaccinale, che è scesa sotto il 95% in 18 regioni per le quattro vaccinazioni fondamentali (polio, tetano, difterite ed epatite B), e per il ritardo sull’obiettivo OMS di eradicazione del morbillo entro il 2015, l’inutile dibattito si riaccende inevitabilmente. Ma non è solo l’appello al mantenimento della salute pubblica a far scattare la bomba di quelli che “non si piegano alla volontà di big pharma” (e questi sono quelli più normali). Che ne dite della folle decisione dell’Emilia Romagna di vietare l’accesso all’asilo ai bambini non vaccinati? Che ragione hanno questi schiavi delle corporazioni di voler evitare di trovarsi tra le mani un bambino che potrebbe ammalarsi di una malattia quasi scomparsa, e magari morirne? O delle nuove misure previste per i medici che sconsigliano le vaccinazioni? Misure che possono arrivare fino alla radiazione dall’albo?
Finti problemi e cospirazioni che riempiono tanto la testa di questi nuovi furbi che non se ne accorgono fino a che è troppo tardi, come i genitori del (fortunatissimo) bambino spagnolo, registrato nel giugno 2015 come primo caso di difterite dopo 28 anni, e salvato per il rotto della cuffia solo grazie a dei farmaci fatti pervenire tramite l’ambasciata della Russia (paese in cui la malattia è ancora presente), che avevano ben pensato di evitare di far vaccinare il proprio figlio. O come la madre della bambina di 11 anni morta nel marzo 2014 a causa di un’infezione da meningite C (malattia contro cui è possibile vaccinarsi), perché aveva ascoltato il consiglio della pediatra che le aveva sconsigliato il vaccino, visto che tanto anche lei aveva evitato di far vaccinare i propri figli. Ciò dimostra che una laurea in medicina non rende automaticamente immuni dalla stupidità, e che le madri preoccupate, le quali si sentono sollevate sentendo il medico che dice loro che non è necessario che i loro piccoli ricevano il vaccino di cui hanno letto tanto male su internet, farebbero bene, a meno che non vogliano rischiare di diventare madri addolorate, a guardarsi dai consigli di questi incoscienti, che decisamente non meritano il titolo di medico, e per cui l’espulsione dall’albo per infrazione deontologica è una misura fin troppo leggera.
A questo punto potrebbe sembrare che questo articolo sia un attacco generalizzato e cieco, senza alcun fondamento a parte alcuni casi di pessime capacità decisionali. Passiamo quindi ai fatti.
L’opposizione alla pratica oramai consolidata delle vaccinazioni, poggia sulle affermazioni (completamente insensate, ma a questo arriveremo tra un attimo) che i vaccini contengano composti tossici (come la formaldeide ed il thiomersal), che le vaccinazioni in realtà non siano necessarie, e che i vaccini, in particolare il trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia), siano causa scatenante dell’insorgenza di problemi mentali come l’autismo. Andando con ordine, potremmo partire a dire che la formaldeide è utilizzata in alcuni vaccini per la preparazione delle componenti virali depotenziate, ed in altri è presente con concentrazioni massime di 100 microgrammi per dose. Il numero di per sé non può dire molto, ma è la chiave per capire che abbiamo tra le mani un altro problema che non esiste, poiché è possibile somministrare dosi fino a 600 volte superiori di formaldeide senza ottenere alcun effetto dannoso per la salute del ricevente. E, giusto per attaccarsi a qualcosa di più concreto, una pera contiene mediamente una dose di formaldeide 120 volte superiore a quella di un vaccino. Volete vietare qualcosa? Vietate le pere allora! Per quanto riguarda il secondo composto, il thiomersal o thimerosal (nome non proprietario del sodio-etilmercurio-tiosalicilato), esso è un composto organo-mercuriale (ovvero una molecola che presenta almeno un legame tra un atomo di carbonio ed un metallo, in questo casi il mercurio), utilizzato come conservante antisettico ed antifungino nel vaccino trivalente MPR ed in vari vaccini multidose, in dosi che arrivano ad un massimo di 25 microgrammi ogni 0.5 millilitri. Prima che possiate sentirvi male alla sola vista della parola mercurio nello stesso contesto di qualcosa che vieni iniettato all’interno del vostro corpo così come di quello di tanti bambini innocenti, è il caso di precisare che la variante del mercurio qui presente, l’etilmercurio, non tossico ed in grado di essere metabolizzato velocemente, non è da confondersi con il suo cugino cattivo, il metilmercurio (assente dal vaccino, giusto perché repetita iuvant), che è invece tossico e con la fastidiosa tendenza ad accumularsi. In ogni caso, sebbene sia stato ritenuto sicuro, tra gli altri, da FDA, CDC, National Institute of Health, ed OMS, è stato rimpiazzato da altri composti, in grado di generare meno controversie, attorno alla fine dello scorso millennio.
Esaminate le fondamenta del primo punto, si può passare ora al secondo. Con un grado di insensatezza che sfiora la follia, questa affermazione è probabilmente quella che può portare le peggiori conseguenze. L’idea che il vaccino non serva è, oltre che un segno di particolare ignoranza, un’idea estremamente pericolosa, poiché l’utilità della copertura vaccinale è massima se tutti si sottopongono alle iniezioni. I vaccini non hanno effetto sempre, e se prendiamo in considerazione anche le persone che, per deficit del sistema immunitario o allergie ad uno o più dei componenti del vaccino non possono riceverlo, diventa chiaro che l’immunità della popolazione, ed in particolare di coloro che non possono essere vaccinati, dipende fortemente dal fatto che ogni singolo individuo faccia la scelta socialmente responsabile e si vaccini, poiché tutti possiamo essere portatori di qualcosa. La tragica prova della facilità con cui ha preso piede l’idea stupida ed egoista del “se si vaccinano tutti, che senso ha che io faccia vaccinare anche me o i miei figli?”, si ha nelle statistiche che mostrano recrudescenze di malattie oramai quasi scomparse, come il morbillo, di cui il CDC ha registrano un picco di 667 casi negli USA nel corso del 2014. Un numero quasi 20 volte superiore ai 34 registrati nel 2004. Ironia della sorte, è proprio l’efficacia di una vasta copertura vaccinale a preparare il terreno per la proliferazione di questo genere di idee. Una volta che non si vedono più, che senso ha preoccuparsi di malattie che in passato hanno mietuto milioni di vittime, no? Ciò che pare non passare per la testa di queste persone è che, se si vuole che rimanga così, bisogna continuare a vaccinarsi fino all’eradicazione della malattia, altrimenti diventa tutto lavoro sprecato. Accessoria a questo punto si trova spesso l’ipotesi (perfettamente normale per una persona sana di mente) che i vaccini siano un imbroglio delle grandi corporazioni farmaceutiche per fare soldi sulla pelle delle persone. Qua pare sia necessario mettere in chiaro una condizione di partenza che non sempre è data per scontata: l’industria farmaceutica non è popolata solo da Jonas Salk, e si, ovviamente ci fanno soldi sopra, come su migliaia di altri prodotti. Guarda un po’ che strano, è il loro lavoro. Ciò non significa che i vaccini siano inutili, o parte di un piano governativo per il controllo mentale. Significa solo che per riceve un servizio si deve dare qualcosa in cambio. La cosa divertente, è che spesso questi cavalieri solitari contro le malvagità delle avide corporazioni sono gli stessi che spendono montagne di soldi in carissimi rimedi omeopatici e naturali, che davvero sono inutili! Guarda quello che spunta quando pensavi che Tafazzi fosse solo un siparietto comico!
Ed ora, avendo lasciato il meglio alla fine passiamo al terzo punto, in cui si vede davvero brillare la disonestà intellettuale di cosiddetti scienziati dietro all’ipotesi che esista una correlazione tra la somministrazione del vaccino trivalente MPR e l’insorgenza di disturbi dello spettro autistico. Premessa: la Cochrane Collaboration, un’organizzazione indipendente che si occupa di valutare l’efficacia di qualsiasi pratica medica in uso ha, dopo un’attenta valutazione, scartato l’ipotesi della correlazione fantasma. La mole di letteratura scientifica realmente pertinente a ciò che viene discusso (quindi che esamina la correlazione tra l’insorgenza di autismo e la somministrazione di vaccini presenti nell’attuale programma di vaccinazioni), a cui fanno riferimento i sostenitori di questa ipotesi è costituita da ben una dozzina di articoli (tantissimi vero?), condotti senza rispettare le procedure necessarie perché i risultati possano essere considerati come validi. Senza contare che i risultati non sono di alcuna significanza particolare, dato che le uniche conclusioni a cui arrivano sono correlazioni debolmente basate su statistiche generate dallo studio di gruppi molto limitati e in assenza di gruppi di controllo, questi studi erano condannati dall’inizio, in quanto miravano espressamente a trovare delle correlazioni tra la somministrazione del vaccino MPR e l’insorgenza di autismo, ed erano quindi chiaramente faziosi. L’esempio più chiaro è però probabilmente quello dello studio da cui è partito tutto, ed al quale tutti fanno ancora riferimento come dimostrazione della loro tesi, nonostante 10 su 12 degli autori lo abbiano ritrattato e la rivista “Lancet” ne abbia pubblicato una ritrattazione completa nel 2010, in quanto apertamente fraudolento. L’autore principale dello studio, Andrew Wakefield, è stato radiato dall’albo in seguito ad un’inchiesta del General Medical Council britannico, che lo ha trovato colpevole di tre dozzine di capi d’accusa, tra cui 4 di condotta antiscientifica e 12 di abusi su bambini con problemi mentali. L’ex dottor Wakefield aveva infatti sottoposto, senza la necessaria approvazione etica da parte di un comitato di controllo istituzionale, dei bambini autistici a procedure estremamente invasive, come punture lombari e colonscopie. Un’inchiesta del giornalista Brian Deer, pubblicata sul British Medical Journal, ha non solo rivelato come il buon dottore fosse stato pagato per falsificare i dati dello studio da un avvocato che aveva intentato delle cause contro le case farmaceutiche produttrici del trivalente in commercio, ma anche che, prima ancora di condurre lo studio, il disinteressato dottore aveva brevettato un sostituto del vaccino MPR. Come ciliegina sulla torta, Wakefield stava tentando di produrre dei casi che giustificassero il riconoscimento di una nuova sindrome che sosteneva di aver scoperto, che presentasse sintomi sia gastrointestinali (il buon dottore era infatti un gastroenterologo) che neurologici. I casi per la “sindrome di Wakefield” erano così stati comodamente prodotto dal suo studio. Tra le altre cose rivelate dall’inchiesta pubblicata sul British Medical Journal, scopriamo che 5 dei 12 bambini coinvolti nello studio presentavano problemi di sviluppo di vario genere già prima della somministrazione del vaccino, e solo 3 dei 9 bambini diagnosticati con disturbi dello spettro autistico ne erano veramente affetti. In aggiunta, uno dei soggetti era stato raccomandato da un movimento antivaccinazioni noto come JABS. Per chiudere in bellezza, i tempi della comparsa dei primi sintomi di degrado delle funzioni cognitive sono stati accorciati a giorni o settimane al massimo, dai mesi che erano in realtà, poiché i tempi originali avrebbero invalidato un qualsiasi ipotesi di una correlazione causale. L’esempio più recente della disonestà di questi finti scienziati e benefattori si ha in uno studio del 2014, finanziato dalla non-profit Safe Minds, apertamente coinvolta nel movimento antivaccinazioni. Lo studio, che si è esteso lungo un periodo di 6 anni a partire dal 2008, era, finalmente, uno studio degno di considerazione. Passata la revisione paritaria, era stato addirittura pubblicato sui “Proceedings of the National Academi of Sciences”. I soggetti dello studio erano 79 macachi, divisi in tre gruppi: al primo gruppo era stato somministrato il trivalente tutt’ora parte del programma di vaccinazioni, al secondo l’MPR non più in commercio, contenente il thiomersal come conservante, e il terzo gruppo, il gruppo di controllo, come richiede uno studio ben fatto, aveva ricevuto una soluzione salina. E cosa avranno mostrato i risultati di uno studio condotto con il rigore adatto? Il responso è stato chiarissimo. Non è emersa alcuna correlazione tra la somministrazione del trivalente e l’insorgenza di autismo. L’incidenza è stata uguale in tutti e tre i gruppi, e anche le autopsie successive allo studio hanno fallito nel tentativo di individuare le malformazioni cerebrali generalmente associate all’autismo. Quale pensate sia stata la risposta degli attivisti anti-vaccinazioni? Avranno, al confronto con l’evidenza scientifica sotto forma di uno studio da loro finanziato, rivalutato le loro convinzioni? Avranno ammesso i loro errori? Avranno preso fuoco, come vampiri alla luce del sole? No. Lo hanno semplicemente rifiutato. Per loro questo studio, condotto con il necessario rigore scientifico, seguendo le procedure adatte, non ha alcun valore. Perché va contro le loro convinzioni.
Questo ci mostra chiaramente come per queste persone la campagna contro le vaccinazioni non sia una questione etica, scientifica, o relativa al bene comune. Per quelli competenti in materia (in senso lato, dato che di competenze reali non ne possiedono chiaramente), è un’occasione per farsi una fama, o per fare soldi, o tutte e due. Per le persone comuni, è probabilmente pura, semplice e candida ignoranza, mista ad eccessiva sfiducia nelle istituzioni, di qualsiasi genere, ed eccessiva fiducia in ciò che può fornirgli un’ulteriore prova di complotto globale per rovinare il mondo, che è tutt’al più un palliativo per il senso di impotenza che deriva dal non poter cambiare il mondo in cui vivono e che mostra chiari segni di stare andando a catafascio. Oppure è solo un’occasione per fare casino, perché, dopotutto, perché no?
L’unico punto luminoso in questa storia viene forse dalla notizia di un fatto recente, 26 ottobre 2016 ad essere esatti. Presso il cinema Arlecchino di Bologna era stata programmata una proiezione (unica in Italia) del film del caro Wakefield: “Vaxxed: dall’insabbiamento alla catastrofe”. Il titolo suggerisce forse un certa inclinazione, non vi pare? In ogni caso, contando regista, produttori e intervistati nel corso del documentario-farsa dell’ex dottore, la sala dell’Arlecchino era piena fino a scoppiare. Ed a riempirla c’era una folla di ben 40 persone.
Forse non siamo messi così male dopotutto.
Davide Costa