L’altro giorno al supermercato ho fatto una pazzia: ho deciso di leggere le etichette di tutti i prodotti e di prendere solo quelli naturali. Dopo quattro ore estenuanti sono riuscito a uscire da quell’incubo portandomi dietro solo qualche verdura e pochi altri cibi presi dal reparto “bio”. Non posso dire altrettanto dei soldi nel portafogli: li ho dovuti lasciare tutti alla cassa…
Una volta a casa, rimettendo a posto la spesa, mi sono chiesto:“Ma perché è così difficile trovare prodotti senza Ogm o cose simili? E soprattutto, perché costa così tanto mangiare ‘bio’?”
Beh, non è stato così difficile rispondermi: da una breve indagine sul mercato ho infatti scoperto che il commercio di cibi “innaturali” è controllato sempre dai soliti. Quante volte si è sentito parlare delle “sette sorelle” e quante volte verranno ancora tirate in causa… Insomma: loro controllano il mercato, e quindi loro decidono i prezzi (che, essendo in questo caso più convenienti, penalizzano i produttori biologici).
Dopo questa scoperta ho pensato:“Sì, ok che controllano il mercato, ma perché anche nelle piccole aziende non si trovano prodotti bio? e perché gli Ogm vendono così tanto? e allora, saranno migliori dei prodotti naturali?”
Così ho iniziato una piccola ricerca e ho scoperto innanzitutto il significato di “Organismo Geneticamente Modificato”: “Gli organismi geneticamente modificati sono organismi modificati tramite processi fisici quali l’inserimento o la modifica di parti di Dna (…)”; in sostanza “se l’uomo modifica direttamente il Dna si può parlare di Ogm, se invece il codice genetico viene modificato da processi chimici, radiazioni, ionizzazioni, inquinamento eccetera, allora l’organismo non è considerato Ogm”.
Questo mi ha sconcertato: allora i pomodori che mangio in insalata avrebbero il Dna di un pesce artico al loro interno?! Dopo qualche approfondimento ulteriore ho capito che non è esattamente così: gli Ogm vengono modificati per rendere le piante più resistenti agli agenti esterni: insomma, se ritornano le cavallette bibliche, il nostro raccolto è salvo. Allora sono un bene!
Ho iniziato a prepararmi pranzo, quando mi sono ricordato di aver sentito tante critiche e tanti elogi nei confronti degli Ogm; allora ho pensato:“Se sono così buoni, perché vengono così dibattuti?” Nel pomeriggio ho telefonato a un mio amico biologo di un’industria che utilizza Ogm e gli ho chiesto di consigliarmi degli articoli riguardo all’argomento; subito dopo ho chiamato un altro mio amico attivista di “Greenpeace” e gli ho fatto la stessa domanda (se devo farmi un’idea sulla posizione da prendere, mi conviene sentire entrambi gli “schieramenti”). Così, insomma, è nato il mio “lungo viaggio nei meandri degli archivi dei giornali e su siti specializzati sulle tecniche agricole”. Al termine di questa “impresa” ho scoperto molte cose sugli Ogm: forniscono infatti più cibo, in meno tempo, con meno attenzioni e con costi più bassi anche in luoghi prima incoltivabili. Wow! allora sono una cosa molto buona! Stavo per chiudere il computer e andare a farmi un giro quando mi sono ricordato di non aver visto neanche un “contro”, “Va beh, leggerò lo stesso qualcosa, giusto per sapere cosa dovrò controbattere…” Leggendo qua e là, ho capito che avrei fatto molto male a non leggerli: gli Ogm saranno anche la cosa migliore del mondo, ma sulla carta, perché portano a delle conseguenze tutt’altro che buone.
A mano a mano che leggevo, nasceva in me un dibattito interiore:“–necessita di meno manodopera, quindi aumenta la disoccupazione; –permette di ottenere quantità maggiori di cibo, peccato che gli eccessi rimangano a marcire e non vengano dati a chi muore di fame; –costano di meno, ma chi ci assicura che, quando non ci saranno più altre aziende di intralcio, le multinazionali non alzino i prezzi? –sono modificati per essere più resistenti, no? ma chi ci assicura che non possano diventare pericolosi (con un esagerazione potrebbero essere la bomba atomica del xxi secolo); –sono inattaccabili dagli insetti, ma gli insetti, come tutti gli animali, si sanno adattare” e via così. Alla fine ho anche capito perché ci sono così pochi prodotti bio: per l’impollinazione i geni modificati “infettano” altre piante, cosicché il proprietario delle piante non Ogm non è più sicuro della “biologicità” dei suoi prodotti e non li può più definire bio e allora deve fare spese maggiori per salvaguardare il marchio “bio”.
Secondo me gli Ogm sono un po’ come le idee politiche sulla Tav: se si pensa di più al progresso e a risolvere una situazione nel modo più rapido, anche se rischiando di danneggiare l’ambiente e le persone, si è a favore, se invece si opta per il modo più indolore e si pensa prima alle persone, riducendo l’impatto e i rischi, si è contro.
Beh, se il mio pensiero è giusto, allora io sono sempre stato più per le persone…
Davide Da Ronco (2F)