Oh, oh, thunder road

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bruce-springsteenLe parole di Bruce Springsteen risuonavano chiare nella mia mente come se volessero farsi notare. Senza rendermene conto iniziai a cantare a squarciagola quella canzone che tanto mi aveva aiutato, sola nella mia stanza da convittrice. Oh, oh, thunder road, oh thunder road … Avevo gli occhi chiusi, le mani libere nell’aria e con le dita accarezzavo quella momentanea felicità. Bruce aveva appena intensificato il suono della chitarra e cantava a voce sempre più alta, pareva quasi volesse urlarmi quanto fosse innamorato di quella donna e io mi chiedevo fra me e me, quale fosse la mia storia da raccontare. E cosa ci fosse sulla mia strada tempestosa. Sentii la porta cigolare, era la mia compagna che, con poca delicatezza, aveva distrutto il mio mondo fatato. La canzone stava volgendo al termine come il mio piccolo momento di reale felicità ma, al mio risveglio, vi erano ancora i libri, i quaderni e quella foto, la SUA foto.
Ora solo più il suono della chitarra e qualche lacrima mi rigava il viso che, con lo sguardo perso e fisso sulla finestra, cercava di negare l’evidente dolore. Volevo tornare a quel giovedì di dicembre dove tutto era iniziato. Volevo tornare a parlare con lui, a raccontargli della scuola e del convitto e sentire la sua calda voce rincuorarmi. La canzone terminò, lasciando un vuoto enorme nel mio cuore e con amarezza, tornai a studiare, piangendo in silenzio, cercando di dimenticarlo.
Grazie Bruce.

Agnese Giordano (2D)

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