“En un lugar de la Mancha, de cuyo nombre no quiero acordarme, vivevano dei giovani studenti della sezione internazionale spagnola del Convitto Nazionale Umberto I”. Ah? Non era così che cominciava?
Martedì 22 novembre 2016 le sezioni dello scientifico spagnolo hanno reso omaggio a Miguel de Cervantes, dedicando un intero pomeriggio alla grande opera dell’autore: “El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha”. Per commemorare il quarto centenario della morte dello scrittore spagnolo, sono state organizzate dai professori varie attività completamente in lingua, con la collaborazione di alcune delle loro classi. L’evento è stato aperto con il saluto del Rettore Giulia Guglielmini e da M. Jesús García Miguel, console di Spagna, presente all’Umberto I per celebrare con gli studenti questo pomeriggio particolare. Con una breve presentazione sul significato di “diplomazia”, García Miguel ha continuato spiegando il ruolo dell’Ambasciata, che rappresenta il paese intero, e del Consolato, concludendo con la frase: “La diplomacia es el arte de persuadir, intentando resolver el problema a través de la palabra”.
Il professore Simón Valero è il primo a prendere il microfono per discutere con i ragazzi riguardo al periodo storico nel quale viene ricordato Cervantes. Figlio di Don Rodrigo e Doña Leonor, vissuto sotto il regno di Carlos V, Miguel de Cervantes viene spesso menzionato con il nome di “Manco de Lepanto”, poichè nel 1571, durante la guerra a Lepanto, venne ferito al braccio sinistro.
Al giorno d’oggi il corpo dell’autore è sepolto nel Convento de las Trinidades Descalzas, a Madrid, anche se sono in corso delle indagini per accertare l’autenticità delle spoglie. Il professore termina la sua presentazione con una frase molto bella e patriottica: “Gracias a él, España tiene un nombre” (“Grazie a lui, la Spagna ha un nome”).
E’ il turno del professor Andreoli. Con gli allievi della 4F presenta degli estratti dei capitoli uno, sei e otto, forse tre dei più famosi del romanzo. Il primo è il capitolo che ogni studente di spagnolo conosce, l’introduzione che ricorda Cervantes. Il capitolo sei riprende la scena della “quema de los libros”, dove l’autore, attraverso le parole del narratore, cita se stesso, salvando le sue opere. Anche pensando all’ottavo si ricorda subito il Don Quijote; è il frammento dei mulini a vento, immemorabili nella letteratura spagnola. La lettura è accompagnata dalla traduzione del testo, in modo tale da permettere anche ai ragazzi del biennio di comprendere appieno l’opera.
Successivamente prende la parola la professoressa León Marqueño, che racconta di una delle sue passioni più grandi: el Quijote nelle arti figurative nel cinema dal XVII al XXI secolo. Dopo una descrizione approfondita sui personaggi di Chisciotte e dell’amico Sancho, appaiono sullo schermo diversi quadri e disegni di vari artisti nel corso degli anni; da Francisco Goya a Pablo Picasso, due grandi artisti, ad alcuni meno conosciuti come Antón Lamazares e Moebius. Anche la professoressa conclude con una frase che lascia riflettere: “¿Qué hubiera sido de España sin Cervantes?” (“Cosa sarebbe stato della Spagna senza Cervantes?”).
E’ quasi arrivata l’ora di salutarsi, ma prima tocca alla professoressa Ortega e ai ragazzi di 4E presentare un argomento assai piacevole, in particolar modo per lo stomaco: “A tavola con Cervantes”. Vengono citati i piatti tipici della Spagna del ‘600, tra cui la “olla podrida”, letteralmente “pentola putrefatta, marcia”. La definizione, comunque, è ingannevole. Infatti l’aggettivo “podrido” deriva da “poderido”, al giorno d’oggi “poderoso”, ossia molto ricco, arricchito di molte cose. La cucina del tempo, difatti, poteva essere agrodolce oppure più acidula, con mandorle, lenticchie e molto aglio.
Per concludere in bellezza, alcuni aspiranti attori della 4F hanno preparato un cortometraggio sul Quijote moderno, nel quale Don Coleta de Alpiñano si cimenta in un dibattito politico con el Conde de Rivoli. Tra le risate per la performance, la simpatia e l’ottimo lavoro dei ragazzi, la Rettrice Guglielmini e la Cónsul salutano e ringraziano per le attività organizzate e il tempo dedicato alla cultura e alla lingua spagnola che, giorno dopo giorno, e soprattutto grazie alla passione e all’impegno dei docenti dell’Umberto I, viene trasmessa a noi alunni con dedizione, cura e serietà.
Claudia Brizzi (5E)