Caro Diario,
arriva l’inverno, senza fermarsi, senza chiedersi se tutte le creature siano pronte per l’arrivo del grande freddo.
La casetta in campagna ormai è circondata da alberi spogli che attendono solo l’arrivo della neve.
Io aspetto il ritorno di Laura, è partita un anno fa per conseguire la laurea all’estero; sono molto orgogliosa di lei. In famiglia mancava un avvocato.
La mia giornata sta trascorrendo come al solito: scrivo e leggo, ti aggiorno.
È bellissimo poter fare ciò che si ama, ti rende appassionato e soprattutto libero.
L’albero di Natale giace ancora in cantina, avvolto da un sacco nero. Non ho nessuna voglia di iniziare a montarlo perché il solo pensiero mi ricorda che il freddo si sta insediando nell’aria, non credo di essere adatta a vivere in posti freddi; ho bisogno di sentire sulla pelle il calore dei raggi del sole ma sono costretta a sopportare gli effetti della stagione del buio perché per tradizione la famiglia passa qui le festività natalizie ed io mi sono offerta di venire qualche giorno prima per iniziare a preparare lo chalet.
Come ben sai, il mio lavoro di studiosa della sociologia nella letteratura mi permette di lavorare in qualunque luogo e, sapendo che la maggior parte dei miei parenti lavora nell’azienda di famiglia, mi sono sentita in dovere di rendermi disponibile.
Una telefonata interrompe la mia attenta lettura di un’opera contemporanea sulle relazioni umane. È Laura. È atterrata. Sta arrivando.
La gioia nella sua voce si confonde con quella della mia, sta prendendo il taxi per venire da me.
Non vedo l’ora che arrivi, è trascorso un anno da quando Laura mi ha abbracciato l’ultima volta. Esco di casa per provare a scorgere l’autovettura gialla e nera. Mi investe una pioggia di neve, ma mi rendo conto che sto iniziando ad amare l’inverno.
Beatrice Cagliero (1B)