Il riscaldamento globale è ormai un problema che ha colpito tutto il mondo. Il cambiamento del clima è dovuto alle crescenti emissioni di gas serra (con l’incremento dell’effetto serra) e all’aumento delle temperature. A causa di questo fenomeno i ghiacciai stanno iniziando a sciogliersi. Il processo di scioglimento dei ghiacci non riguarda solo l’Artico, ma da qualche anno interessa anche i ghiacci alpini, che in poco più di 50 anni si sono ridotti di almeno il 30 per cento con una perdita di 150 chilometri quadrati. La riduzione delle riserve di ghiaccio potrebbe causare scenari drammatici, quasi fantascientifici, ma purtroppo reali: l’inondazione di aree continentali, l’aumento del livello oceanico, con conseguenze disastrose per le città costiere e per le isole.
Conoscere la situazione dei ghiacciai è utile per verificare lo stato generale dell’ecosistema, il cui equilibrio viene controllato proprio dalla presenza delle riserve di ghiaccio. Senza ghiaccio, o con una sua significativa diminuzione, la vita sulla Terra diverrà sempre più difficile e le ripercussioni provocheranno danni irreversibili per tutti gli esseri viventi, uomo compreso. Se l’acqua che cade sulla Terra sotto forma di pioggia o di neve viene immagazzinata nei ghiacciai, e rilasciata gradualmente, in un futuro verrà immessa nel sistema idrico terrestre, con probabili inondazioni e periodi di siccità.
È molto probabile che nel giro di 30 o 40 anni i ghiacciai saranno scomparsi totalmente dalla Terra o comunque ridotti al punto da non poter più garantire alcuna risorsa idrica permanente; questa sarebbe una seria minaccia per la sopravvivenza dell’umanità. Una terribile conseguenza del riscaldamento globale è la strage di pinguini avvenuta a metà Ottobre in Antartide: in una colonia di 40 mila pinguini solo due pulcini sono sopravvissuti, mentre tutti gli altri sono morti per la mancanza di cibo (a causa della scarsità di pesci). In quella zona dell’Antartide orientale, i pinguini cacciano e si nutrono di krill (piccole creature marine invertebrate) ma ora la ricerca di cibo è sempre più difficile. A volte i genitori sono costretti a viaggiare anche per 100 km in cerca di nutrimento per loro e per i figli. Purtroppo un fatto simile si era già verificato nel 2013. Un evento che preoccupa molto gli scienziati esperti in questo campo è il fatto che alcuni pescatori possano agire indisturbati in quelle zone; per questo i ricercatori stanno chiedendo l’istituzione di un area marina protetta in Antartide orientale. La richiesta sarà ufficialmente proposta all’Unione Europea presso la CCAMLR (Commissione per la Conservazione delle risorse marine artiche).
Giorgia Bianco