Siamo immersi nella crisi. La patina scura del grigiore economico ridonda come mosche nelle orecchie, talmente abituale da non stonare più: quasi ha smesso di infastidire, di far sperare … C’è. Continua ad esserci. Ci siamo rimasti invischiati e schiodarsene comincia a sembrare un miraggio. Genova nasconde una delle piccole oasi dove ancora si coltiva la speranza. La comunità di San Benedetto al Porto e il suo prete da marciapiede accolgono gli ultimi, gli emarginati con una scintilla di speranza che sembra inesauribile. Tossici, delinquenti, “bocche di rosa”: è il luogo di chiunque sia rifiutato. Lui, il prete, che in 54 anni di vite ne ha incrociate parecchie, ha vissuto sul marciapiede gran parte della propria. Ben presto è diventato uno di loro. La sua figura, cappello a falda larga e sigaro toscano, è diventata famigliare, a loro per la sua vicinanza, agli altri per le sue provocazioni. Perché per lui abitare la terra e vivere di fede era un punto di difficile equilibrio. L’ha cercato fra i camalli di Genova e i transessuali sudamericani. Angelicamente anarchico. Anarchico, perché la sua vita era per strada, i suoi piedi per terra, ma senza poter fare a meno del cielo. In una tasca il Vangelo, nell’altra il “Vangelo secondo De Andrè”, quello dello spirito civile, che non va dimenticato. Sempre più spesso le questioni di fede si riducono all’ideologia e al moralismo. È facile ricavarne battaglie di idee, ridurle a punti di vista, a norme da applicare scrupolosamente. Don Gallo preferiva alle ideologie e ai moralismi un sistema di valori che lavorasse alla riscoperta della dimensione sottile della speranza. Una dimensione che, proprio perché sottile, sempre sfugge fra le dita, viene dimenticata. Davanti al grigiore spento di chi non sa più guardare al futuro, la risposta di Don Gallo era quell’insegnamento che aveva tratto dalla Resistenza: “Bisogna osare la speranza”…
“Bisogna sperare l’impossibile, perché Dio è dopo l’impossibile. Il Dio della rivelazione non è un Dio filosofo, un Dio concettuale sul quale discutere. Il Dio di cui tento di parlare è nell’orizzonte della speranza, nei cieli e terre nuovi. Il Regno che è già ma non è ancora.”
Angelicamente anarchico, Don Andrea Gallo
Federica Baradello