Molti pensano che quelle persone che si svegliano presto la domenica mattina in pantaloncini corti e camicia azzurra siano degli alieni fuori dal mondo. Sono semplicemente scout. Ci si immagina gli scout come degli sfigati praticanti che non hanno amici, senza nulla da fare durante il weekend e che non conoscono la parola divertimento. Quelli che montano la tenda nei luoghi più sperduti perché si divertono così, che si lavano nei fiumi e cucinano sul fuoco pasti sgradevoli. Dei selvaggi insomma. Non è così! Queste sono solo poche delle molte attività che si fanno in quelle poche ore passate insieme alla settimana. C’è tutto un mondo dietro e senza provarlo non si può sapere come sia. È difficile da spiegare, ma sono imparagonabili le sensazioni che si provano ad andare per le montagne in tenda. Staccare completamente la spina per una settimana è tornare a vivere come si dovrebbe, con solo l’essenziale.Bisogna specificare che gli scout non sono da etichettare né preti né suore, solo perché vanno a messa e sono credenti. Rimarrete delusi: sono persone normalissime, hanno semplicemente una marcia in più in materia di sopravvivenza. Sono umani non mordono né mangiano bambini, e, con tutti i loro vizi e le loro paure, non hanno nulla di diverso da una persona non-scout. Invece rimane curiosa e divertente la reazione che vedere uno che gira per il centro di Torino con 0° con i pantaloncini in bicicletta suscita. Non bisogna immaginarsi un pomeriggio con gli scout come un punto di ritrovo per psicopatici che vanno a messa, urlano e fanno giochi strani. Ma quello che facciamo principalmente è divertirci in modo sano e sicuro, per esempio giocando a pallone, per il puro gusto di farlo. Anche se non piace l’attività proposta, la si manda giù senza fare troppe storie: si impara ad apprezzare anche ciò che immediatamente non piace. In fin dei conti non sono così diversi da un qualsiasi ragazzo. Abbiamo una marcia in più, ma restiamo pur sempre umani. Parola di Scout.
Fabio Cannizzo