Tennis tavolo. Seconda giornata. Manca qualche minuto all’inizio delle finali e l’atmosfera, influenzata anche dal tempo uggioso che rende questa settimana di maggio un periodo quasi autunnale, sembra essere ancora un po’ assopita.
Le finali sono cominciate da un po’, ma l’affluenza delle varie tifoserie è meno evidente del pomeriggio di ieri, forse per stanchezza, forse per dovere verso altre competizioni.
Il ritmo battuto dalla palla contro la racchetta continua ad essere lento, scandito, calmo poi più veloce, qualcuno si arrabbia, impreca in silenzio, dall’altra parte l’avversario esulta, sorride con la determinazione negli occhi, qualcuno arriva da una competizione precedente, si gira verso l’insegnate e grida “A’ prof, ce l’ho fatta!”; forse il giocatore di tennis tavolo non vede l’ora di pronunciare le stesse parole ed essere quindi in occasione delle finali colui che ha fatto la differenza. Le sfide continuano, autogestite dai ragazzi che si impegnano a tenere il conto dei punti anche se non riescono a rimanere imparziali; pugni si stringono nei momenti di maggiore tensione e esclamazioni di soddisfazione non mancano di farsi sentire quando il ragazzo del convitto di cui si fa parte si avvicina alla vittoria.
Incantati dall’ipnotico movimento ripetitivo della pallina ci si chiede ancora una volta: chi vincerà?
Nastassia Aldanese