Era seduta su una panchina. Sola. Ha chiesto di stare sola, sola con i suoi pensieri. Aveva allontanato tutti da lei, ne aveva bisogno. Aprì il pacchetto nuovo di sigarette. Se ne accese una, si rilassò. Sentì il fumo entrarle nei polmoni, se lo gustò e poi lo gettò fuori, con rabbia e con paura. Quasi a voler buttare fuori da lei tutti quei pensieri che la stavano affliggendo. Perché fumava? Non lo sapeva più, un tempo le piaceva il gusto del tabacco, le piaceva davvero tanto. Ora non più come allora, non dopo così tante sigarette! Ne aveva già fumato un pacchetto quel giorno. Ad ogni modo ne aveva bisogno, la rilassava, non la faceva pensare. Stava aspettando, sì; ma cosa di preciso, o meglio chi? Probabilmente qualcuno migliore di quelle sigarette. Qualcuno che le dicesse di non fumare? No mai! Qualcuno la cui presenza in sé l’avrebbe rilassata, rasserenata e fatta sentire al sicuro, senza bisogno di sigarette. Ma niente. Era lì, sola, con solo degli stupidi ragionamenti che le occupavano la testa a farle compagnia. Ne fumò un’altra e poi un’altra ancora, e poi altre due e così via. Le contò. Undici … “Com’è possibile?”. Guardò l’orologio: era già passata un’ora. Forse sarebbe dovuta rientrare, forse. Era troppo arrabbiata per farlo. Avrebbe sicuramente rotto qualcosa e una multa in quel momento di sicuro non le avrebbe migliorato la situazione. Cos’avrebbe dovuto fare allora? Scrivere! Ma certo! Come poteva non averci pensato prima? “Scrivere per dimenticare! Ah devo segnarmela questa!” pensò sogghignando. Prese un block notes e iniziò a scrivere ciò che le passava per la testa. Riuscì a scrivere sempre solo la stessa frase, per otto volte: “le persone sono false”. Vero. Non tutte però, eppure in quel momento voleva generalizzare. Provava rabbia verso tutti. Ribrezzo per tutte quelle persone così finte che conosceva. In realtà ciò che voleva di più era andarsene, lasciare tutto, ricominciare. Ma evitare i problemi non era mai stata la scelta giusta. Ricontò le sigarette, erano diventate sei. “Cavolo!” pensò molto irritata dalla sua scarsa forza di volontà. “Le persone o sono false o sono delle pecore, tutte a seguire il branco, tutte a farsi condizionare dagli amici, ma cavolo, se uno vive facendo scelte condizionate dagli altri non vivrà mai la sua vita, ma quella che gli altri vivrebbero se fossero quella persona!”. Quel giorno ce l’aveva soprattutto con i falsi, con quelle persone che hanno sempre una doppia faccia, che sembrano brave e gentili e invece sono cattive, arroganti e bugiarde. Che alle spalle dicono il peggio che si possano dire, mentre in faccia non hanno il coraggio di dire nulla. Era stanca, era stanca di tutto, avrebbe voluto mollare, ma sapeva che non l’avrebbe fatto. << Ehi dai, vieni! Ci siamo tutti! Dai vieni e sorridi un po’! C’è una festa qui, manchi suolo tu!>>. “Ah, i miei amici!” pensò lei “sanno sempre qual è il momento giusto in cui arrivare”. Fu così che prese l’ultima sigaretta dal suo pacchetto, la accese e sentì il gusto della libertà. Sentì il cuore di nuovo leggero; magari sarebbe durata poco, ma voleva godersi il momento. Così, senza neanche accorgersene, riuscì a rialzarsi e a tornare in quella sua caotica, ma entusiasmante vita.
Domiziana Aimar (3B)