Siamo qui oggi ad intervistare Cristina e Camilla, due ragazze della 2H, partite per la Cina con la loro classe a settembre.
1) Diteci intanto quando siete partiti, per quanto tempo e con chi!
-Ca. – Siamo partiti da Torino il 14 settembre in mattinata; all’ora di pranzo abbiamo preso a Malpensa il volo diretto per Shanghai. Siamo arrivati la mattina prestissimo e un pullman ci ha portati alla East China Normal University, il nostro campus.
Siamo rimasti fino al 6 ottobre, circa tre settimane.
Ci hanno accompagnati l’educatore Scavo e le professoresse Clarissa Forte, Paola Gariel e infine, dando il cambio all’educatrice Triggiani, la prof.ssa Amaldi.
-Cr. – Io ho passato le vacanze estive in Cina, quindi ho raggiunto la mia classe direttemente a Shanghai. Erano tutti stanchi per le 12 ore di fusorario. L’unica cosa che ci teneva svegli e pimpanti era l’idea di poter imparare una nuova cultura e cimentarsi in cose differenti: la lingua, il cibo, i comportamenti …
Ah, assieme a noi di 2H c’erano i ragazzi della 3H.
2) Che attività avete svolto nella grande città?
-Cr.- Siamo stati in diverse zone, abbiamo contrattato e comprato di tutto.
Accanto al nostro campus c’era un centro commerciale enorme (con H&M, Starbuks, ecc …) dove passavamo le serate.
Inoltre ogni domenica ci portavano a visitare i musei e altri posti simili. Un sabato siamo anche stati in famiglia (complimenti alla prof.ssa Forte che ha trovato 50 famiglie che ci ospitassero!).
Ognuno di noi ha fatto esperienze diverse perché ogni famiglia ci portava in posti differenti. Abbiamo visitato una scuola media famosissima dove abbiamo giocato alla caccia al tesoro e alla corsa in coppia con gli studenti della scuola, che ci hanno anche fatto un regalo a testa.
Siamo rimasti davvero sorpresi dal luogo perché oltre alla grandezza (il doppio del nostro Convitto), c’era persino un’aula per costruire robot!
-Ca. – Di attività ne abbiamo svolte molte. Facevamo sei ore al giorno di lezione.
La mattina studiavamo grammatica e dopo pranzo svolgevamo attività come “taiqui”, pittura cinese, calligrafia, nodi e altro.
Alcune sere, divisi in gruppi, andavamo in centro a visitare alcune zone, mentre nei weekend venivamo portati fuori l’intera giornata.
3) Com’è stato sentire parlare cinese 24h su 24?
-Cr. – Nei primi giorni il fatto di sentire solo parlare in cinese ci ha spaventato molto, anche perché dopo solo un anno non siamo a livelli alti!
Ma dopo alcuni giorni riesci a farci l’abitudine. Abbiamo imparato ad ordinare il cibo da Mc Donald’s per telefono così da farcelo anche portare direttamente al dormitorio.
-Ca. – All’inizio dava alla testa, ma con il passare dei giorni ci abbiamo fatto l’abitudine, rassegnandosi che anche ascoltando non avremmo capito nulla!
4) È stato facile preparare i ravioli?
-Cr.- I ravioli sono un piatto famosissimo in Cina ed è stata una bella esperienza, ci siamo impegnati molto perché non si chiudono facilmente e ci sono varie tecniche, ma solitamente si usa la più comune (ripiegare l’impasto a forma di conchiglia).
-Ca. – È stato obiettivamente facile e divertente, molti di noi lo avevano già sperimentato durante il soggiorno in famiglia!
5) Come sono le persone cinesi?
-Cr. – Le persone cinesi non sono molto brave a guidare. È molto pericoloso girare soli perché si rischia di farsi investire. Altri sono un po’ egoisti: una famiglia si è fatta scattare una foto accanto ad un monumento, quando siamo arrivati noi per fare lo stesso si sono arrabbiati moltissimo.
Però ci sono anche quelli gentili: quando ad una mia compagna è uscito sangue dal naso, la gente si fermava a chiederle se stava bene e se c’era bisogno di un’ambulanza. Insomma, sono come tutte le altre persone nel mondo!
-Ca. – A mio parere i cinesi sono “strani” rispetto a noi, è come se vivessero in un altro modo. La loro cultura infatti è molto differente dalla nostra.
6) Che differenza c’è rispetto alla nostra città?
Cr. – Lì non c’è molto verde, l’aria è umida e purtroppo la città e inquinata e piena di smog. Faceva caldissimo e secondo me ci sono troppi grattacieli.
Appena arrivi poi ti senti spaesato per la grandezza di Shanghai ed il traffico.
-Ca. – Sarebbe più opportuno chiedersi cosa hanno in comune. Nulla! Sono due città opposte in tutto! Dalle abitazioni, allo stile di guida, dalla popolazione, al modo di vivere.
7) Cosa non dimenticherete mai della meravigliosa esperienza?
-Cr. – Credo che di quest’esperienza non dimenticherò proprio nulla, perché oltre ad aver imparato milioni di cose nuove sulla lingua e sulla cultura, abbiamo potuto provare in prima persona cosa significa vivere tre settimane in un paese dove sappiamo appena la lingua (e non tutte le scuole offrono questo). Abbiamo assaggiato nuovi piatti, sperimentato il nostro cinese durante lo shopping e per chiedere informazioni …
I ragazzi della 3H hanno anche fatto amicizia con una squadra di calcio cinese con la quale giocavano dopo le lezioni nel campus!
-Ca. – Non dimenticherò nulla! È stata un’esperienza memorabile che augurerei a tutti! Non possiamo lamentarci della fortuna che ci è capitata.
8) Siete anche finiti su “La Stampa”. Siete orgogliose della vostra classe?
-Cr. – Sono orgogliosa di ciò che siamo riusciti a fare in Cina, perché, anche se abbiamo fatto un po’ di baccano, tra pianti e litigi, ci siamo uniti sempre di più come classe; alla fine sono le gite come queste che aiutano a conoscersi e accettarsi per come si è … Eh sì, finire su “La Stampa” non è da tutti i giorni!
Penso che siamo tutti orgogliosi di noi stessi e io sono felice perché siamo ciò che siamo: una classe ricca di persone pazze ma diverse, che si accettano allo stesso modo a vicenda!
-Ca. – Sì, sono orgogliosissima!
Devo ammettere che dopo questa esperienza ci siamo uniti molto. Stiamo iniziando a comportarci come una classe unita, ma ovviamente dobbiamo lavorarci ancora un po’ su. Ringrazio tutti e spero che a giugno ci ritroveremo lì con l’aggiunta della 1ªH!
L’Umbertimes vi ringrazia per l’opportunità di questo viaggio attraverso le parole! Speriamo di rivedervi anche l’anno prossimo! A presto! 谢谢
Claudia Brizzi (2E)