Quando dopo tanta attesa arriva quel momento che credevi così lontano e irraggiungibile, ti fermi e rifletti, non riesci a capacitarti che un anno sia passato in quello che sembra un secondo. Tutto intorno a te prende un’ altra sfumatura, incominci a pensare unicamente a quello e quando ti chiedi cosa diavolo facessi prima di incominciare a pensare ossessivamente alla tua partenza, la tua partenza per un altro continente, purtroppo non riesci a trovare la risposta poiché tutto quello che facevi in precedenza ora ti sembrerebbe frivolo e stupido. Dio solo sa il perché di una scelta così avventata, mi ricordo che quando ho preso la mia decisione ero stanca della solita routine e non sopportavo più Torino, non potevo più vedere neanche i miei stessi amici; volevo, anzi, esigevo un cambiamento aria e così ho pensato bene di buttarmi a pesce in un’avventura più grande di me. Non capisco ancora ora se ho fatto bene o meno ”E’ un’ esperienza da fare” mi sono detta, un’esperienza da non perdere, non avrò mai più sedici anni dopotutto! Ma quando il viaggio è alle porte, tutte quelle sicurezze incominciano a sfumare per poi svanire nel nulla, incominci a riflettere su cose che prima non avevi mai preso in considerazione, inizia la tua disperazione interiore; “Non avrei mai dovuto scegliere di partire! Chissà cosa mi perderò mentre sarò là! Quando tornerò nessuno mi sarà più amico”. Se prima vedevi unicamente divertimento e non vedevi l’ora che arrivasse l’istante in cui avresti messo piede sull’aereo, ora quasi per magia ti accorgi dell’altra faccia della medaglia. Okay, sto diventando un tantino paranoica, in fondo si tratta unicamente di sei mesi, ma è più forte di me, andare in un paese totalmente differente dal nostro, non saper spiccicare una parola in inglese, non avere un punto di riferimento, non conoscere nessuno, mi fa paura, tanta paura. Ora come ora l‘unica cosa che posso dire è che invidio Eleonora Camerone e Edoardo Broggi,entrambi già in America, ormai coscienti di ciò che gli aspetta mentre io sono ancora a Torino ad aspettare che arrivi il gran momento. Fremo dalla voglia di partire ma nello stesso tempo non voglio che arrivi quel momento, è una sensazione singolare, inspiegabile. L’unica cosa che posso affermare con certezza è che tra qualche mese non riuscirò a spiegarmi perché l’idea di partire mi terrorizzasse così tanto; probabilmente ciò che mi terrorizzerà veramente sarà il rientro in Italia rivedere tutti i vecchi amici e osservare come sono cambiati in mia assenza, constatare se andiamo ancora d’accordo o meno… questo mi farà paura.
E quindi ora con la testa pesante faccio le valigie sicura che per quanto mi impegni non troverò mai il giusto abbigliamento e il giusto equipaggiamento da portare con me in Minnesota. Esatto andrò in Minnesota. So di non essere una persona molto fortunata, proprio a questo proposito mi tormento inutilmente chiedendomi se prima. Se fino ad oggi credevo con convinzione nel karma adesso incomincio a fare retro front, anzi sono quasi certa che non esista, altrimenti perché se una persona ha dei principi e si comporta rispettandoli finisce in un luogo, e chi non ne ha e non ha alcuna intenzione di rimediare finisce in un altro migliore sotto ogni punto di vista? Forse la vita non ha un senso. Ma a mio parere è meglio non auto commiserarsi e cercare di vedere i lati positivi di ogni cosa: è pur sempre un’esperienza fantastica e unica e sono sicura che al mio rientro, leggendo queste righe, sorriderò pensando di essere veramente stupida.
Flavia Ventura (4B)