Se la pubblicità lungo le strade, sugli schermi televisivi, negli stadi, sui giornali; se la pubblicità è ovunque solo un subdolo messaggio che tenta di convincerti di quanto tu abbia bisogno di certe cose, qui in Australia, in alcuni casi è puro terrorismo psicologico. E a quanto pare funziona. Si parla all’incirca dell’equivalente della pubblicità progresso in Italia, ma è onnipresente, ferrea e quasi aggressiva.
Sono pubblicità, slogan, campagne, realizzati per lo più da organizzazioni statali, come la TAC (Transport Accident Commission) per il Victoria. Riguardano per lo più la sicurezza stradale, annessa all’alcool e alla giustizia.
Brevi slogan incisivi a grandi, chiare lettere rosse ricorrono continuamente e martellano la popolazione. Quelle riguardo la sicurezza stradale e l’alcool compaiono su un cartellone pubblicitario ogni tre lungo tutte le strade e certo non ricordano il caro, retorico e obsoleto “guidare con prudenza” delle autostrade italiane. Il più famoso è “If you drink, then drive, you’re a bloody idiot” , fu introdotto negli anni novanta e ancora adesso ricorre in tutte le sue varianti tra cui “Only a little bit over? You bloody idiot” riguardo il tasso massimo di alcool nel sangue per chi giuda, “Belt up. Or suffer the pain” per l’importanza delle cinture di sicurezza e “Don’t fool yourself. Speed kills” sui limiti di velocità seguito a ruota da “It’s in your hands, concentrate or kill” e “If you drive then lose control, you’re stuck in your nightmares forever”. Per non parlare dei continui segnali per le strade che ti esortano a rimanere vivo. Si nota facilmente come certo non vogliano fare leva sul buonsenso del conducente quanto più sulle sue paure, paiono voler terrorizzare chi è al volante e obbligarlo a rispettare le regole proiettandolo già in un disperato futuro. Le regole sono ferree e tale è descritta la polizia in ogni campagna pubblicitaria. Negli aeroporti, in televisione, ovunque il corpo di polizia è descritto come serio, spietato e infallibile. A grandi lettere si legge: “You get smart, we will get smarter. You break the law we will catch you”. Eppure non sono solo parole al vento, di bell’aspetto ma che concludono poco. Sarà che ormai ricorrono da anni, che i fatti ne dimostrano le verità o che sono spesso oggetto di conversazione, ma la gente piano piano vi è diventata sensibile e i risultati si vedono. Probabilmente ciò che le rende così efficaci è la perfetta spietata coerenza con cui le punizioni per chi infrange la legge sono attuate: la polizia compie vere e proprie operazioni a tappeto e non accetta scuse. Solo pochi giorni fa a Melbourne settantotto persone ubriache sono state arrestate tra i festaioli in giro per le strade del centro. Insomma che sia grazie alle dimostrazioni di una forte presenza della polizia, alle pubblicità che non risparmiano persone disperate e in lacrime o crude e sanguinolente immagini, a tutti i cartelli che lungo le strade citano il famoso “meglio tardi che mai” incitandoti a rallentare, o ad altri fattori, i risultati sono stati ottenuti.
L’impatto che hanno dimostra come sotto questo profilo l’Australia, come quando fu il primo stato a rendere obbligatorie le cinture, di sicurezza, sia ancora un passo avanti.
Maria Perotto (4C) – Corrispondente dall’Australia