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tunnelPerché ho voglia di mangiare quando sono sazia, e invece quando dovrei mangiare lo stomaco mi si chiude? Perché in ogni giorno di questa putrida esistenza mi pervade una sensazione di disagio? Fitta, si dirama dentro di me, come se non appartenessi a nessun luogo. Cerco, come tutti, la felicità; quella però si allontana da me proprio quando penso di averla trovata. Sono in un tunnel, vedo una luce al fondo. Le pareti sono anguste, si sente il rumore delle gocce che si rompono toccando il suolo. Più cammino e più la luce si allontana da me. Credo proprio che questo tunnel non abbia una fine … Mi chiedo se anche per gli altri sia così, se la vita sia davvero così difficile da vivere. Non sei sola, no, non lo sei. Non riesco a credere alle mie stesse parole. Sono tutte bugie, è tutta una stupida finzione. Mi viene da vomitare. Vorrei vomitare per il resto dei miei giorni. Uno ad uno tutti gli organi del mio corpo, fino ad arrivare a quello stramaledetto cuore che batte troppo veloce per stargli dietro. Non esistono risposte. In fondo, non esiste proprio un bel niente. Tutti muoiono, ma nessuno vive la vita veramente. Spero di sbagliarmi. Spero di essere l’unica persona infelice, non auguro il male a nessuno, le mie sono solo parole. Odio tutto, anzi, odio me stessa. Più di ogni altra cosa al mondo. Mi odio perché sono, sono come tutti gli altri. Tutti uguali: stesso corpo, stesso spirito. Quelle sulla diversità sono solo cazzate. Siamo tutte pecore dello stesso recinto. Sole. Maledettamente sole. Questa realtà, così incomprensibile, indefinibile come una nuvola, mi fa venire voglia di piangere. E come quella nuvola colma di pioggia, così io vorrei piangere tutte le mie lacrime. Prosciugarle tutte, anche quelle mai versate. Per poter tirare fuori tutte quelle cose mai dette, per poter dare una risposta a tutte quelle domande che rimangono impresse nella mia testa come un enorme punto interrogativo. Forse è tutto un sogno. Tutto esiste, come potrebbe non esistere niente. La felicità, l’odio, l’amore. Forse esisto io, la mia penna e il mio diario. Il mio dolore. Forse no. Forse.

Carolina Sprovieri (3B)

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