Qualche domanda al responsabile della Scuola Araba

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Le nostre lavagne ... al sabato pomeriggio

Le nostre lavagne ... il sabato pomeriggio

 

Terminiamo la nostra “visita” con un’interessante intervista al coordinatore di tutte le attività,  nonché ideatore della scuola araba ospite della nostra scuola:  il dottor Ibrahem Younes “Amir”, membro della Consulta regionale per i problemi degli stranieri extracomunitari, Presidente dell’associazione “Cleopatra”, Direttore e Responsabile del giornale “Popoli News”

Via alle domande. Volevamo chiederle in particolare quando nasce l’ idea, quando nasce effettivamente la scuola araba e come ha pensato di organizzarla?

Nasce essenzialmente per mantenere la cultura d’origine, la lingua araba, e poi questa è una scuola dell’obbligo, come la vostra, da noi i bambini devono frequentare fino alla terza media, allora se uno frequenta qui la scuola fino alla terza media, tornando al proprio paese può continuare  lo studio, con le superiori, l’Università. Se invece non frequenta la scuola dell’obbligo, non può continuare, assolutamente. Questa scuola è riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione egiziano, vengono tenuti degli esami, valutati regolarmente da una commissione che viene dal Ministero alla fine dell’anno. Gli esami sono portati in Egitto, vengono valutati e rinviati dal Ministero stesso . Un ragazzo può decidere di frequentare la scuola, anche se si fermasse solo  un giorno, oppure un anno o tutta la vita.

Questo impedisce che si perdano degli anni …

Sì, esattamente. Se uno magari frequenta la quarta elementare, in Egitto può andare in quinta direttamente. Se uno non frequenta non può proseguire con la scuola Egiziana. Esistono apposta degli esami, dalla prima elementare fino  alle superiori.
Questo tipo di convenzioni esiste anche con altri Paesi Europei?

No, non in questo modo. Si tratta del programma “Egiziani all’estero”. In Italia, in Albania, in Spagna, in Arabia Saudita … in tutto il mondo. Un programma scolastico per gli Egiziani all’estero. Viene applicato dall’Ambasciata, dal Ministero.  E una volta che un egiziano torna dall’estero, è come se avesse un posto prenotato nella scuola del proprio paese.

In Italia, quante scuole di questo tipo ci sono?

Non occorre propriamente una scuola (intesa come edificio), è un programma fatto per le famiglie, per gli Egiziani all’estero. Quindi possono anche studiare a casa tranquillamente e inviare gli esami al Consolato. Ogni anno le famiglie andavano o al consolato o all’Ambasciata. Solo che erano entrambi troppo lontani, l’Ambasciata è a Roma.

Ci siamo semplicemente riuniti, in una scuola, e fatto gli esami insieme; l’iniziativa specifica si chiama “Cleopatra”. Nata per aiutare le famiglie, per non farle andare ognuna per conto proprio e con un programma scolastico scarso in sedi lontane a sostenere gli esami. Abbiamo creato questa scuola, con maestri, per portare tutti i ragazzi preparati agli esami. Abbiamo fatto così per quattro anni, con tre o quattro pullman siamo andati al Consolato a Milano a fare l’esame . Solo che era faticoso. Allora abbiamo chiesto al Ministero Italiano se potevano darci una struttura e, ricevuto l’ok, sia dal Ministero Italiano che dalla Commissione Egiziana, siamo stati due anni in un posto, quattro anni in via Frattini e dieci qui al Convitto. In tutto sonno sedici anni che esiste la scuola Araba.

Domanda indiscreta: quali sono i suoi impegni al di fuori della scuola?

Mi occupo di parecchie iniziative, soprattutto in collaborazione con la Regione, non solo come rappresentante della cultura egiziana, ma proprio come promotore di una società multietnica. Mi occupo di tutto ciò che riguarda gli stranieri: stiamo facendo una scuola, ormai da tre anni, per “insegnare” a pagar le tasse, come iniziare una libera professione soprattutto nel campo delle attività commerciali, che genere di problemi un commerciante può incontrare, come risolverli  (“vivere e lavorare in Piemonte” )

Queste attività, molto ben organizzate, sono attuate in tutte le comunità o solo in quella egiziana?

Non in tutte le comunità, anche se esiste un progetto in collaborazione con la Provincia, la Camera di Commercio, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps e l’associazione “Cleopatra”, che mi coinvolge personalmente.  Si tratta di portare la cultura piemontese in Egitto. Siamo stati a Luxor, alla biblioteca di Alessandria, al Cairo, sempre in collaborazione e mediante l’Egitto si ospitano gli artisti italiani, con musica italiana…

 

Insomma un vero scambio di culture, giunto persino in Egitto. Ci informa inoltre di tutti gli interessanti corsi che l’associazione “Cleopatra” sta cercando di organizzare: corsi per insegnare l’Arabo, sempre nella nostra scuola, anche come scambio culturale. Vogliono anche promuovere un corso di lingua araba e cultura egiziana per adulti italiani. E non solo. Per noi studenti interni al Convitto ci sarebbe una classe “riservata”…

“Scopriamo” inoltre l’esistenza di un giornale”Popoli News”, aggiornato mensilmente, scritto in ben 5 lingue diverse: rumeno, italiano, arabo, spagnolo, cinese. Amir invita noi della Redazione a partecipare anche al Convegno che dall’anno scorso si tiene al “Sermig”, in concomitanza della festa della donna, anche per far conoscere la realtà del nostro Convitto multietnico. Un gran bel pomeriggio di scuola.

 

Chiara Carrera (1C)

 

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