In ogni scuola americana la settimana prima della fine del semestre scolastico, che può essere sia a fine dicembre che a inizio gennaio, è caratterizzata dagli esami, i tanto temuti midterms che non mancano di far venire l’ansia ad ogni singolo studente. I giorni che precedono queste prove sono denotati da ore scolastiche di ripasso, ripasso e ancora ripasso di tutti gli argomenti che si sono trattati durante il semestre; tutti i professori provvedono a specificare cosa ci sarà da aspettarsi nei loro esami e a dare una lista delle cose principali da rivedere. Una delle cose che sconforta di più è vedere che ogni singolo studente, anche quello sempre più preparato degli altri, sia spaventato dall’arrivo dei midterms ed è molto di aiuto per una persona che non è abituata alla dinamica della scuola americana. Certo è facile per i professori dire che non c’è da preoccuparsi e che non sarà difficile ma, agli studenti le loro parole entrano da un orecchio ed escono dall’altro. Il solo pensiero che manca poco all’inizio di tutto fa crescere la paura e la voglia di poter allungare il poco tempo rimanente per avere anche solo un giorno in più a propria disposizione. Con tutta l’ansia e le vane speranze arrivano gli esami. Eh già! Ora non si torna più indietro, si prospettano quattro giorni di prove, due per giorno: da matematica a biologia, da religione a studyhall, da latino a inglese e per finire da american history a ginnastica. La libertà che si prova alla fine dell’ultimo esame è immensa, che bella sensazione! Finalmente ci si gode appieno le tanto attese vacanze di Natale senza neanche doversi preoccupare dei compiti, una delle cose più belle che uno studente possa desiderare! Ci si può tranquillamente lasciar contagiare dallo spirito natalizio che pervade l’aria e quindi dalle canzoni, dalle decorazioni, dalle luci e da tante altre cose. A dire la verità sembra di essere stati così avvolti dalla preoccupazione del ripasso da non realizzare nemmeno che una delle feste più attese dell’anno è ormai alle porte. Fortunatamente la televisione, la radio e i cartelloni pubblicitari non perdono un’occasione per ricordarlo e per far venire in mente che ci si deve affrettare a comprare gli ultimi regali se non ci si è già organizzati per tempo. Così dopo essere andati alla messa di mezzanotte e dopo essersi dilettati nei soliti bei canti natalizi che ormai si conoscono a memoria ma che è sempre un piacere cantare, si arriva alla fantomatica mattina di Natale. Ormai l’eccitazione che si provava quando si era piccoli e l’illusione di Babbo Natale non ci sono più, ma la sorpresa che si prova nel vedere una pila di pacchi tutti per sé è sempre piacevole, specialmente se del tutto inaspettati. Ricevere e dare regali e la speranza che il regalo fatto possa piacere a chi lo riceve sono fra le cose più belle di questa festività. All’inizio l’idea di passare un giorno così importante lontani dalla propria famiglia può spaventare ma, se ci si trova in un ambiente accogliente quanto la propria casa e con delle altre persone in grado di far sentire a pieno che si è un membro della famiglia, tutta la nostalgia e il dispiacere di non essere con i propri cari svaniscono. Perché quel giorno, in quel momento, sono quelle persone i propri cari. Passa così in un batter d’occhio anche il Natale e senza nemmeno accorgersene si inizia a fare il “count down” per l’ultimo dell’anno. Bisogna premettere che la concezione italiana e quella americana di capodanno sono piuttosto diverse. In Italia il capodanno è una festa molto importante, tutti i ragazzi non aspettano altro che poter festeggiare con i propri amici l’arrivo del nuovo anno e divertirsi insieme fino a tardi e anche in famiglia ci si prepara a mangiare un bel cenone a base di cotechino e lenticchie e a stappare a mezzanotte la bella bottiglia di spumante. In America invece i festeggiamenti sono decisamente più sobri, specialmente se si è liceali, si fa una cena normale, si fanno delle attività, come per esempio giocare a carte, per passare il tempo e poi si accende la televisione per vedere in diretta da New York la palla che cadrà a mezzanotte in Times Square. Dopo questo avvenimento ci si scambiano gli auguri di buon anno e ognuno torna a casa propria. Diciamo che le prospettive di un exchange student italiano per il capodanno vengono abbastanza deluse rispetto ai festeggiamenti della madre patria ma, oh well, come direbbe un americano, ci sarà sempre il prossimo anno per rifarsi. Con tutto ciò si arriva anche alla fine del capodanno, il che implica due bruttissime cose: l’imminente fine delle vacanze, che sembrano iniziate ieri, e l’inizio della scuola, di nuovo!! Negli ultimi giorni di vacanza, ci si ferma a riflettere un attimo e wow! Sembra che tutto sia arrivato e passato così in fretta! È così strano realizzare che si è già nell’anno nuovo, tutto ritorna alla normalità le case piano piano iniziano ad essere sempre meno decorate, le belle canzoni natalizie iniziano ad essere sempre più rare alla radio e l’ora di riporre l’albero in cantina e di riabituarsi a vedere un bel vuoto che prima era occupato è arrivata. Ci si prepara a riprendere le solite attività, andare a scuola o al lavoro affrontando così i seguenti 355 giorni che porteranno l’arrivo di un nuovo Natale e l’inizio di un nuovo anno.
Mariam N. Diarassouba (4B) – Corrispondente dagli Stati Uniti