Dopo aver assistito a lunghe conferenze e testimonianze di giovani ragazzi della mia età, che all’inizio del quarto anno sono partiti per tre, sei mesi o addirittura un anno intero, mi sono finalmente decisa! Sarà la scelta giusta partire per 4 mesi all’estero il prossimo anno? Tormentata da tante domande, ero comunque convinta di gettarmi in questa avventura e ho inviato i moduli alla didattica per l’iscrizione. Tra i mille dubbi ero sicura solo di una cosa: la destinazione, Parigi. Fin da quando ero piccola ho sempre voluto andare alla prestigiosa Sorbonne, per studiare UFR01 -Droit, Administration et Secteur Public. Quest’esperienza di 4 mesi a Parigi mi servirà sicuramente per migliorare la lingua e poi sarà un aiuto anche per il futuro. Abituarsi a nuovi costumi, uscire dal proprio piccolo mondo non sarà facile ma neanche impossibile. Tutto sarà nuovo: la scuola, i professori, gli amici, la stessa città sconosciuta senza gli abituali punti di riferimento. Dovrò affrontare lezioni frontali di docenti francesi, integrarmi nella caotica ma interessante vita da studente. Ci saranno ostacoli da superare, ma questi mi renderanno più forte. Mi rendo conto che questo viaggio-studio, oltre ad avere dei vantaggi, comporterà anche degli aspetti negativi come l’adattarsi a vivere per diversi mesi lontano dalla famiglia senza l’aiuto di nessuno. Però questa situazione mi darà la possibilità di crescere, di essere più responsabile, di scegliere e rendermi conto delle conseguenze, imparando dai miei sbagli. Ma qual è il problema che spaventa tanti adolescenti (me compresa) che devono partire per l’estero? Sicuramente perdere un quadrimestre non è da poco, ma se nella scuola ospitante si scelgono le materie simili alle nostre questo aiuterebbe lo studente a non rimanere troppo indietro nel programma rispetto ai compagni. Oltre a questo, al rientro dai 4 quattro mesi si dovrà sostenere un esame per valutare le conoscenze apprese. Grazie a questa grande occasione si entra in contatto con un sistema scolastico ed una cultura anche molto diversa da quella italiana, e tutto questo arricchisce molto la persona dal punto di vista umano. Spero che questo soggiorno mi serva e mi offra anche un aiuto per il futuro.
Lucrezia Tabacchin (3B)