Rapporto di un giorno di guerra

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Ore 6:45: gli studenti della classe IIIC si ritrovano davanti al binario 10 della stazione di Porta Nuova di Torino. Naturalmente quelli che abitano lontano sono puntuali e si mettono l’anima in pace aspettando quelli che abitano a 50 metri dalla stazione, che se la prendono comoda e arrivano ovviamente in ritardo.

Ore 7:15: gli studenti si accingono a lasciare la città a bordo di un Eurostar frecciarossa. Come di consueto fin dai primi minuti gli alunni tirano fuori i beni di prima necessità: I-Pod con relative casse, carte da Briscola e da Poker, fumetti comprati al volo in stazione: insomma più che una scolaresca sembra un esercito di Marines  dotati dei gadget più disparati, pronti ad affrontare un duro viaggio che li condurrà a Firenze, città per eccellenza dei viaggi d’istruzione (o “viaggi distruzione” come nota il professore che accompagna questa mandria di sbandati).

Ore 11:15 c.a. : i nostri eroi scendono trionfalmente dal treno, marciano verso l’hotel e quasi tutti trovano sistemazione, dopodiché i nostri affezionatissimi mettono alla prova propri palati  con la cucina locale: i più  delicati si  dirigono da Spizzico, mentre i più audaci testano il McDonald’s toscano. Terminato il rancio decidono di dedicarsi alla loro attività preferita: perlustrare la zona, facendo più attenzione alle vetrine che alle vie; tornare a all’ hotel è poi questione di fortuna: tutte le strade sono uguali se non si guarda dove si va.

Ore 15:30: miracolosamente l’intera armata risponde all’appello in hotel e si equipaggia per sostenere un lungo pomeriggio di visite guidate: gli I-Pod e i cellulari vengono collegati alle cuffie, gli studenti disposti strategicamente a copie in modo da avere una cuffia a testa, la macchina fotografica (pronta a immortalare più i compagni abbracciati, nonostante i fidanzati gelosi, che le opere di inestimabile valore ammirate in tutto il mondo) atta a mascherare con i flash l’espressione assente di chi la tiene in modo da farlo apparire addirittura attento.

Ore 17:15 c.a. : dopo due ore di durissima visita turistica, alla quale è seguita la minaccia di fare un compito sull’ intero viaggio da parte del professore di turno (promessa adempita, e questo rapporto ne è la prova), il nostro plotone si divide in diverse squadre e continua l’esplorazione del territorio straniero. Seguiamo una qualsiasi di queste squadre. Quattro elementi, due ragazze e due ragazzi. Il gruppo imbocca una strada a caso, entra in uno qualsiasi dei bar, ordina la cosa più grassa che ci sia da mangiare, paga, esce e inizia a cercare i regali per i fidanzati, zii, amici, fratelli, ecc. Naturalmente i ragazzi si ritrovano da foot locker, uno di quei negozietti caratteristici che si trovano in tutte la città. Dopo aver passato mezz’ora a decidere quale sia l’ acquisto migliore , il nostro commando cerca un negozio di telefonia per poter riparare uno dei danni già subiti durante il trasferimento: in treno infatti un cellulare è stato distrutto e la ricerca di un sostituto diventa un obiettivo fondamentale per la squadra.

Ore 18:0: dopo diverse peripezie il battaglione si riunisce e si appresta a sostenere altri ¾ d’ ora di spiegazione, seguita da un altro momento di svago e smarrimento nella città.

Ore 20:00: l’armata IIIC prepara l’attacco al ristorante designato e appositamente prenotato in anticipo; dopodiché la stessa armata si dedica a un rastrellamento notturno del territorio, prima di tornare all’ hotel. Ognuno monta la guardia nelle camerate, facendo del suo meglio per non rimanere nella propria, a costo di dover visionare in TV “Il Grande Poker Internazionale”. Quando l’ora sembra matura i nostri prodi soldati rientrano ognuno nel proprio alloggiamento e si gettano in branda. La dura giornata è terminata, l’esercito si gode le quattro ore di meritato riposo, sapendo di dover affrontare un’altra battagli ancora più dura l’ indomani. Suona il Silenzio.

 

Eugenio Troìa (3C)

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