Ribelliamoci!

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immagine1Occhi color di ghiaccio che rispecchiano perfettamente il suo stato d’animo, lacrime appena gocciolate sopra a delle ferite profonde che rovinano quel viso splendido. Sguardo fisso nel vuoto come se stesse cercando di dare dei contorni alla propria vita, voglia di reagire, ma allo stesso tempo intrappolata nelle proprie sventure e nei propri sentimenti tristi e paurosi. Sta cercando un appoggio, qualcosa che le faccia venire la voglia di andare avanti con la vita; ma alla fine rimane sempre rinchiusa nella piena oscurità che la deride e l’abbatte. Vorrebbe soltanto trovare la forza di alzarsi in piedi e liberarsi da quell’orribile situazione che la devasta; ma alla fine preferisce starsene lì con la speranza che un giorno succeda qualcosa che possa dare un’enorme svolta alla propria vita. Qualcuno che la lodi, la valorizzi e la faccia sentire ciò che è: una donna.
Molte donne al mondo sono vittime di violenze maschili, soprattutto maltrattamenti dei propri ex mariti. La maggior parte muoiono, alcune rimangono gravemente ferite e poche si salvano mantenendo la loro completa bellezza. I numeri sono impressionanti; ad esempio, in Italia, si contano più di cento vittime; sempre nel nostro Paese le statistiche dicono che circa il 78,7% delle donne ha subito violenza sessuale più di una volte e circa il 90% non ha denunciato la violenza!
Ogni donna, trattata come se fosse un giocattolo, ha la propria storia, esperienza diversa da tutte le altre femmine, ma vicenda spaventosa, che quando la leggi o la senti ti animi di tristezza, rabbia ma allo stesso tempo di non aver più voglia di rileggere o di risentire un altro avvenimento del genere.
In molti si chiedono come mai la donna debba essere maltrattata, quale motivo porti la violenza nei confronti della figura femminile. Ma la risposta non esiste e quindi ci si rassegna.
Non si riescono a comprendere pienamente gli stati d’animo di quegli uomini che hanno picchiato le ex mogli; forse la rabbia per un matrimonio andato male, oppure per motivi personali, ad esempio la perdita del lavoro. In ogni caso, anche nei rari casi nei quali la loro collera può essere considerata comprensibile, essa di certo non sarà mai giustificabile; perché quelle che ci rimettono sono solo le compagne, trattate come canali di sfogo per problematiche esterne al matrimonio.
La figura femminile, però, non era vista positivamente già nell’antichità. La donna aveva il compito di occuparsi della casa, svolgendo le faccende domestiche e accudendo i figli. Non poteva partecipare alla vita politica, tanto che in Italia il diritto di voto per le donne si ebbe soltanto nel 1946. Era l’uomo ad essere considerato il più potente, quello che doveva cacciare per procurare il cibo e a combattere per la propria terra. Inoltre, all’estero la situazione è ancora peggiore in certi casi: in Paesi come l’Arabia e l’India le donne sono messe da parte nella vita sociale e politica tutt’oggi.
Il 25 Novembre è stata proclamata la giornata Internazionale contro la violenza sulle donne; le piazze e le strade si sono colorate di rosso, rosso come le rose e il cuore, ma anche rosso come l’amore, l’amore che bisognerebbe rivolgere a tutte le donne del mondo. Vi siete mai chiesti perché proprio questo giorno?
Il 25 Novembre 1960 le sorelle Mirabal, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa e Patrizia Mercedes si opposero alla dittatura di un governo brutale come quello di Rafael Leonidas Trujillo, nella Repubblica Dominicana. Furono rapite dagli uomini del dittatore mentre si dirigevano a trovare i propri mariti in un carcere del Paese latino americano. Portate nei campi, vennero uccise a bastonate per poi essere riportate in macchina e spinte in un burrone. Questo omicidio è stato successivamente preso in considerazione dall’Onu su consiglio di un gruppo di donne nel 1981, le quali si erano riunite precedentemente in un convegno femminista a Bogotà.

Un fiore, ma anche una semplice carezza farebbero sentire felici noi donne. Con la violenza non si risolve niente, anzi, si peggiorano soltanto le situazioni per quanto gravi possano già essere. Uomini, se avete dei problemi con qualsiasi donna parlatene o discutetene; prima bisogna chiarirsi. E se la situazione è incontrollabile, contenete la vostra rabbia o riversatela su qualcos’altro, ad esempio prendete a pugni un pugile! E per tutte le donne maltrattate: non abbattetevi davanti alle difficoltà, ribellatevi alla vostra sventura e denunciate le azioni violente, perché di vita ne abbiamo una sola e bisogna godersela fino all’ultimo respiro.

Arianna Ceschina (IIB)

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