Riccardo non aveva mai visto il mare. Milioni di volte c’era stato, ma non l’aveva mai visto con lei. E allora era coma se non l’avesse mai visto, il mare. Non vederlo con lei, faceva dimenticare tutte le volte che c’era già stato. Eppure così tante volte ci aveva pensato. L’avrebbe voluta portare milioni di volte, al mare. Ma c’era stato sempre qualcosa di più importante da fare. Tutto era importante, anche il mare. Ma tempo non lo si era trovato, per lui. E adesso era troppo tardi. Non rimaneva che immaginarlo, il mare. Immaginarlo con lei. Seduto, a guardare le barche da uno scoglio e a parlare con i pescatori, ignari testimoni del suo amore. Indesiderati soggetti di un quadro interminabile, di un momento infinito di desiderio. Eppure ci aveva pensato milioni di volte, al mare. Al mare, con lei. E adesso non rimaneva nulla, solo un’immagine nitida di un’idea mai vissuta, sugli scogli, con i pescatori a guardare senza accorgersi di niente, senza sapere di vivere per un solo attimo un’incredibile storia d’amore. Anche loro, protagonisti pietrificati di altre vite, di altri momenti di esistenze fatte anche di loro, silenziose e assenti, infinite. Riccardo non aveva mai visto il mare, ma vedeva i pescatori. Silenziosi, che guardavano il mare. E allora capì che era ora di ricominciare, di pensare di nuovo al mare, alla sua vita, ai pescatori, senza di lei.
Carlo Pizzala