Il nostro caro Convitto ha preso il coraggio a due mani e si è presentato alla Notte dei Ricercatori.
In mezzo a rievocazioni di episodi evangelici su fecola di patate, nuovi primati mondiali, rock matematico e laboratori di ogni genere c’erano anche due progetti targati Umberto I.
Tutto è nato da un partenariato con il liceo francese Jean Giono e dalla partecipazione al concorso “Math en Jeans”. I protagonisti? Gli allievi della IV B.
Lo scopo? Far correre una bici su una strada a dente di sega e non essere mai battuti ad un gioco da tavola africano. Bizzarro? Certo, ma è questo il bello.
Sorprende come la matematica sia il solo e unico mezzo per cercare soluzioni a problemi che non ci poniamo d’abitudine. Eppure sfruttiamo geometrie, algoritmi e calcolo delle probabilità ogni volta che agiamo, che mettiamo il becco fuori di casa.
La Notte dei Ricercatori serve proprio a ricordarcelo. La ricerca è importante, proprio perché nasce dalla realtà. Si tende a vederla come un’attività parallela e distaccata. Spesso si sbaglia.
Il lavoro dei mesi precedenti è stato impegnativo e talvolta scoraggiante, ma senza dubbio stimolante per la creatività e l’ingegno.
Data la complessità dei problemi proposti, l’aiuto dei professori di matematica che hanno affiancato gli studenti si è rivelato prezioso, anzi, indispensabile.
Non sono mancati momenti divertenti, per stemperare l’atmosfera, provvidenzialmente documentati con foto, video, selfie e simili.
Dopo mesi di ipotesi, teorie e sperimentazioni, è stato possibile condividere i risultati, anche se parziali e soggetti ad errore.
Inutile dire che, nella bella cornice di Piazza Castello, ogni tipo di esposizione assume valore. Nonostante il materiale a disposizione siano due sedie ed un tavolo poco più grande di un banco scolastico.
Ma scoraggiarsi è fuori discussione! Si comincia alle 18, cercando in tutti i modi di attirare gli sguardi degli appassionati accorsi per l’evento. Si cerca di far ridere, di incuriosire, senza farsi troppi scrupoli di apparire ridicoli: per una Notte così, si può fare.
Beatrice Cagliero (4B)