Ricominciamo dalla pallavolo femminile

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Eccoci qui, di nuovo. A Bardonecchia, alle Convittiadi. Di nuovo, al Palazzetto dello Sport della soleggiata città montana. A guardare, osservare e commentare la seconda giornata del torneo di pallavolo femminile. C’è molto movimento sia dentro che fuori: all’interno del palazzetto le squadre, accanite; fuori, continuano ad arrivare i sostenitori dei rispettivi Convitti di appartenenza. Vengono per acclamare e dare la carica, com’è giusto, alle proprie squadre, ora, alle proprie ragazze pallavoliste. Alcuni già da fuori provano i classici cori di sostenimento, alcuni addirittura le grida di vittoria nel caso la propria squadra “portasse a casa” la partita. Arrivano veri e propri cortei, alcuni, più di altri, carichi e pronti a tutto per la propria squadra.
Le partite iniziano alle otto e un quarto nel Palazzetto dello Sport, appunto. Lo stesso palazzetto, l’anno scorso, freddo e umido, ora riscaldato e quasi soffocante. Mentre l’anno scorso si poteva quasi accedere al campo, quest’anno hanno preferito delimitare la zona di gioco forse per consentire, alle giocatrici, maggior sicurezza (nel caso dovessero cadere, non vanno a toccare altre persone) oppure per garantire loro maggior concentrazione. Così la “fiumana” di gente arrivata al Palazzetto deve trovare posto sugli scalini che antecedono il campo. Anche noi, lì, in disparte, quasi fossimo spettatrici che davvero non si sentono coinvolte in tutte queste partite. Invece, siamo le prime ad esserlo, poiché vogliamo cercare di cogliere al meglio le dinamiche delle stesse.

Ci sono squadre che prima di giocare affrontano un lungo allenamento, costituito di passaggi, sempre più intensi e veloci, di allungamenti e stretching, tutto per garantire la massima resa fisica. Fuori, il sole che penetra anche attraverso le spesse finestre, scalda ancora di più, se possibile, l’aria all’interno del Palazzetto. Le atlete continuano a chiedere incessantemente bottigliette d’acqua.
Altre, invece, stanno già disputando la loro partita. Le grida di vittoria, che  riecheggiano ad ogni punto fatto, rendono l’ambiente assordante.

Ciò che abbiamo colto è l’elemento dominante di questa mattinata: la voglia di giocare, partecipare, vincere. Semplicemente la voglia di far vedere di cosa si è capaci, della grinta che si può investire in questo sport. Ma più di tutto la voglia di divertirsi, con le proprie compagne di squadra, e, perché no, anche con le compagne di questa avventura: le avversarie.

Chiara Carrera

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