Rotta

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“L’abisso che c’è tra la certezza che io ho della mia esistenza e il contenuto che cerco di dare a questa sicurezza non sarà mai colmato”.

Legge e rilegge le parole di Albert Camus cercando di riflettere razionalmente sul suo futuro. Buio. Non trova uno spiraglio. Seduta sul suo letto, si guarda intorno, pareti azzurro chiaro.
Naviga con la mente, naviga in un mare di possibilità, azzurro e limpido proprio come le pareti della sua stanza, ma non riesce a trovare l’isoletta che fa per lei.
Oggi in classe ne stava parlando con alcune sue compagne. Loro hanno già le idee chiare sul loro futuro. Certo, lei è consapevole che la loro barca potrebbe naufragare, o potrebbe dover cambiare rotta a causa di correnti contrastanti o potrebbe avere una falla, o potrebbe dover resistere a molte tempeste, ma almeno hanno una meta, remano verso una direzione. Mentre lei è lì, sulla sua barchetta che improvvisamente le sembra così piccola per poter affrontare quel lungo ed impegnativo viaggio in mare.
È seduta, tiene le braccia conserte e i remi poggiati sullo scafo della barca. Riflette, mentre la leggera corrente la trascina verso un punto ignoto. Pensa: “Camus è certo della sua esistenza proprio come io sono certa di essere ormai su questa barca, ma il punto in cui arriverò ancora non lo so, proprio come egli non sa come colmare la sua esistenza”. A gambe incrociate ricontrolla le mappe, mentre una brezza tiepida le accarezza il volto. Le isole sono tutte segnate, ma nessuna la attrae, inizia a pensare se ha fatto bene ad intraprendere questo viaggio. Fissa le isole sperando quasi che una la chiami a sè. Nulla.
Scruta l’orizzonte, ma all’improvviso si rende conto che sta solo cercando di temporeggiare per non ammettere, nemmeno a se stessa, l’unica struggente verità: è alla deriva.

Aimar Domiziana (2B)

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