Lunedì 1 ottobre 2012, dopo sessantotto anni, un’altra doccia fredda per i superstiti della strage di Sant’Anna di Stazzema. Il tribunale di Stoccarda ha infatti archiviato il procedimento contro 17 ex SS, delle quali otto ancora in vita, accusate di aver preso parte all’ eccidio. La motivazione dei magistrati tedeschi appare sconcertante: mancanza di prove.
Tutti i giornali italiani hanno dato grande rilievo alla notizia, sia quelli nazionali sia quelli locali. Il sindaco di Sant’Anna, Michele Silicani, afferma, in un’intervista a La Stampa: “Siamo sbalorditi, alcuni accusati erano addiritura rei confessi.[…] E’ offensivo anche per il lavoro portato avanti dagli storici e per il coraggio dimostrato dai testimoni.”
L’indignazione è particolarmente sentita, ricorda ancora il giornale torinese, soprattutto dai sopravvissuti alla strage, come Enrico Pieri, che ancora oggi si batte con vigore per far emergere la verità storica.
Il Corriere della Sera si sofferma sulla motivazione, apparentemente assurda, della sentenza. Secondo la magistratura tedesca la mancanza di prove deriva dal fatto che la responsabilità individuale degli otto militari tedeschi non può essere dimostrata nonostante la ferma volontà dei magistrati di portare l’inchiesta fino in fondo; come dichiara la stessa procuratrice di Stoccarda, Claudia Krauth, rivolgendosi alle famiglie delle vittime: “Voglio dire loro che abbiamo fatto tutto il possibile per chiarire le responsabilità dei militari tedeschi nel massacro di Sant’Anna di Stazzema.”
Il Manifesto invece offre un interessante articolo di Franco Giustolisi, autore del celebre libro “L’armadio della vergogna”, il quale si scaglia contro l’oblio che ha circondato la tragica vicenda: “Ora, dico oggi, tutti si sono svegliati per questa sentenza di Stoccarda mentre il silenzio dell’Italia corrisponde all’azione della Germania”.
Anche il Tirreno, giornale locale toscano, dà ampio rilievo alla vicenda, concentrandosi in special modo sulle reazioni dei cittadini di Sant’Anna e dei superstiti.
Anche la stampa tedesca, seppur in misura decisamente minore, si è occupata del fatto. Il Ministro della Giustizia del Baden Wurttemberg, Rainer Stickelberger, intervistato da Der Tagesspiegel, si dice rammaricato per la sentenza di Stoccarda: “Sono consapevole che si tratti di un peso enorme, soprattutto per le famiglie delle vittime di questo crimine di guerra”. Appare emblematico il titolo apparso su Neues-Deutschland: “Deutsche strafen Deutsche nicht” (tedesco, non punire un tedesco), segnale che qualcuno in Germania prova ancora un senso di colpa e che la memoria può essere condivisa da entrambi i popoli.
A conferma di ciò, va ricordato l’intervento a Sant’Anna di Stazzema del Presidente del Parlamento Europeo, il tedesco Martin Schultz, che durante l’ultimo anniversario della tragedia ha affermato, alludendo chiaramente a certe vicissitudini giudiziarie: “E’ assurdo, inconcepibile, inaccettabile che tutto questo accada… Questi criminali vanno perseguitati fino alla fine dei loro giorni.”
C’è ancora speranza quindi che l’atteggiamento di molti cambi e che si preferisca sempre far emergere la verità piuttosto che insabbiare un passato scomodo, come hanno fatto (non vogliamo dire volontariamente) i magistrati di Stoccarda.
Matteo Saracco
Stefano Vergano