Se non hai un iPhon … non hai un iPhon!

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apple-iphon5Ce ne aveva già parlato Gogol e negli ultimi quarant’anni è diventato ancora più tangibile. Di cosa stiamo parlando? Chiamiamola “moda del possesso”. È quella pulsione viscerale che ci porta a comprare tutto ciò che rappresenterebbe l’appartenenza ad un alto stato sociale. Più semplicemente è quello che ci spinge a trasformare qualcosa che “minchia, devo avere!”, in qualcosa che “minchia, ce l’ho!”.

Ma gli oggetti rappresentano davvero ciò che siamo? Forse nella preistoria quello che aveva la pala di selce invece che di osso era più figo degli altri? Oppure aveva una pala di selce perché ci si lavorava meglio che con una testa di mucca tagliata a metà (se qualcuno conoscesse un qualche “homo …” è pregato di contattarci al fine di svelare questo mistero)? Chiaro esempio si presenta nei tempi più recenti sotto forma del tormentone che ci ricorda che, se non abbiamo un iPhone, chiaramente, non abbiamo un iPhone. Sembrerebbe una frase ovvia, anzi stupida, ma in realtà è l’araldo di una mentalità che ci porta a pensare di essere ciò che possediamo. In questo modo l’umanità si converte in una massa uniforme di individui, di status symbol, che possiedono e fanno le stesse cose al fine di essere migliori. Sono ormai poche le persone che danno agli oggetti un valore utilitaristico, invece che renderli un’espressione del loro essere “qualcuno che conta”.

 

 

Davide Costa (2H)

Carolina Rigoni (2E)

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