Se Torino fosse una donna, sarebbe una pimpante signora che discende da un’antica e nobile famiglia, attaccata alle tradizioni ma allo stesso tempo innovativa. Se Torino fosse una donna, mercoledì sera sarebbe andata alla notte tricolore e sarebbe rimasta in piedi fino all’alba. Lei no, non si sarebbe fatta fermare dalla pioggia. E giovedì mattina, il giorno dei 150 anni d’Italia, avrebbe fatto colazione in uno dei bar storici della città, come Mulassano, e sarebbe andata in via Po, insieme ai suoi cittadini, e insieme avrebbero affollato il centro, impedendo alle macchine di circolare. Sarebbe andata a visitare Palazzo Madama, uno dei luoghi emblematici del Risorgimento, che come tutti i musei era gratuito. Avrebbe ammirato le maschere bianche, per l’occasione con un tricolore, avrebbe sorriso guardando i bambini correre in giro con in mano una bandiera. A cena sarebbe forse andata al Cambio, uno dei più celebri ristoranti torinesi, e si sarebbe seduta al piccolo tavolo rotondo di Cavour. Venerdì avrebbe approfittato della minore confusione per fare un giro in centro insieme ai turisti, fermandosi a dare un’occhiata al teatro Carignano, la cui nuova facciata è come quella originale. Magari si sarebbe intrufolata alla mostra Fare gli Italiani, aperta apposta per l’occasione. Avrebbe preso il gelato tricolore da Grom, avrebbe provato la pizza margherita a forma di bandiera. Il pomeriggio, mentre il centro si affollava, Torino avrebbe fatto una passeggiata sul Lungo Po, beandosi della primavera in arrivo.
Durante il week-end avrebbe approfittato del bel tempo per andare ad ammirare le Luci d’Artista, collocate in piazze e vie della città. Sarebbe andata al Museo Egizio, magari unendosi ai gruppi di turisti dietro alle guide che sventolavano due rose i cui colori erano, per rimanere in tema, verde, bianco e rosso. Poi avrebbe fatto un picnic sui prati del Valentino e avrebbe preso uno dei battelli.
Avrebbe anche trovato il tempo per provare la nuova linea della Metropolitana, per andare a vedere Napolitano, accolto con eccitazione in tutta la città, per fare una foto alle bandiere che sono appese a tutti i balconi della città.
Non avrebbe pensato alla politica, a Berlusconi, ai processi, al federalismo. No, si sarebbe semplicemente goduta le giornate di festa, fiera di essere italiana. Nonostante tutto.
Anna Aglietta (4C)