Confusione: speranza, timore, aspettative, insicurezza, ansia, impazienza, euforia. Tra pochi giorni si parte per un semestre negli USA ed ecco come ti senti. Dopo aver aspettato per mesi, il grande giorno si avvicina e tu cominci a sentirti sempre più confuso. Superato anche il “giudizio universale” sul peso del bagaglio (che risulta essere sempre un po’ troppo piccolo o un po’ troppo pesante) tutto sembra pronto. E proprio mentre sei li che controlli di non aver dimenticato nulla, di avere i documenti necessari e di aver preso tutto, proprio mentre stai per chiudere la valigia per l’ultima volta prima del “grande volo”, ti accorgi che il pulsante che regola la chiusura del bagaglio è diventato un po’ duro. Non riesci più a chiuderla. Allora ci riprovi: premi più forte, ma niente. In quel momento ti accorgi che forse sei tu ad essere esitante, sei tu a non voler far scattare la chiusura e forse a non voler partire. Certo, la curiosità e l’euforia ci sono ancora, ma tu ti ritrovi li, come bloccato. Così cominci a pensare a ciò che lasci a casa: la tua camera, che non ti è mai piaciuta, i parenti che non vuoi mai ascoltare, i tuoi amici,che ci sono sempre stati e fai addirittura fatica a immaginarti senza il fratello con cui hai litigato tutta l’estate almeno due volte al giorno. Allora ti rendi conto che ciò di cui devi assicurarti di non dimenticare non sono il caricabatterie del cellulare, la tua maglietta preferita o il visto. Oggetti utili sicuramente, ma non tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Sono le persone, le buone abitudini quelle che dobbiamo portare con noi. Chiudi gli occhi, prendi un respiro, premi il pulsante.
Sei pronto.
Andrà bene.
Chiara Graglia (4B) – corrispondente dagli Stati Uniti