<Dai, Blu, vieni!>>
No, non sarei andata, e non mi avrebbero convinta.
<<Dai, lo sapete che sono un pezzo di legno! Non mi so muovere! Sono goffa, lo sanno tutti. E poi mi vergogno!>>
<<Ma di cosa ti vuoi vergognare? Blu, ti prego!>>
Dio, quanto non le sopporto quando fanno così! NO vuol dire NO!
<<Accompagno Chiara e poi resto a guardare.>> Era l’ultima offerta. Non ci posso fare niente, è più forte di me: quando si tratta di ballare tutta la timidezza che ho cercato di allontanare in quattordici anni si concentra su di me. Forse perché mi sono vista mentre ballavo…peggio di un film horror!
Camminiamo per il corridoio: Vale, come sempre, è felice. Saltella da una parte all’altra come una bimba, le hanno sempre dato fastidio le persone tristi.
<<Blu, smettila! Ora ballerai con noi.>>
Sorrido, o almeno così vorrei fare, ma sul mio viso si forma un’espressione di disgusto misto a vergogna. Devo ammetterlo, questi spagnoli iniziano a darmi sui nervi!
Percorriamo il “paradiso”, il lungo corridoio bianco che porta in aula studio. Inizia a sentirsi la musica e spalanchiamo la porta. Ci accoglie un maestro un po’ sudaticcio, ma all’apparenza molto simpatico. Mi accorgo che sorrido…ehi, no! Perché sto sorridendo di fronte a un ballo? Mi ricompongo e guardo Vale e Sere fiondarsi tra le file e improvvisare dei passi cercando di seguire il maestro. Non ci posso credere! Come fanno loro a muoversi così? Ah, mannaggia a mamma che mi ha fatta così goffa! Le osservo, di nuovo con il sorriso.
La salsa mette allegria! Niente da fare, tutti ridono e si muovono a ritmo di questa musica così allegra. Non ho neanche il tempo di realizzare, che Chiara si è già sfilata dal mio braccio e sta ballando. Bene, sono da sola a osservare una trentina di persone che ondeggiano. Improvvisamente mi accorgo di Federico e JB. Loro si divertono, io no. E mi accorgo anche che vorrei essere lì a ballare con loro. Detto fatto: Vale e Sere mi stanno letteralmente prelevando e mi stanno buttando dietro a una signora un po’ sovrappeso.
Apprezzo il tentativo di farmi sentire a mio agio. E iniziamo a ballare.
La salsa è un ballo, il mio è un insieme di rigidi movimenti che gli vogliono somigliare.
Mi metto a guardare il maestro, lo osservo per bene… è simpatico! Tutti ridiamo tra un passo a destra e uno a sinistra, tra una giravolta e l’altra. E rido anche io. Non riesco neanche più ad arrabbiarmi con loro che mi hanno aperto le porte dell’inferno: l’inferno mi piace! Rido pensando a quanto sono sciocca, gli spagnoli sono simpatici, e la salsa mi piace. Ma ora?
Ecco, ora che stavo prendendo un po’ il ritmo, cambiamo ballo: baciata.
<<Sapete tutti il passo della baciata, vero?>> Si leva un “si” collettivo. Io no. Guardo Chiara vicino a me: un passo qui, un passo lì. Certo! Per lei è facile: qualsiasi cosa faccia le viene bene! Non è un caso disperato come me.
<<Blu, devi sentirti sexy!>>. Ahahahah! Questa, poi, da dove le è uscita? Continuo a ballare, fino a quando il maestro annuncia l’ultimo ballo. Mi stupisco per la mia tristezza! Non ci credo, questo ballo “sorridente” è riuscita a rapire addirittura me. Balliamo, tutti, chiacchierando e ridendo. Federico ha ragione, ci vuole il sorriso per ballare! Sorrido, e la canzone finisce. Questa volta si leva un “no” collettivo, e il maestro cede: la gasolina, ultimo ballo, il più divertente. Devo ammetterlo, mi è piaciuto ballare. È stato davvero divertente. La salsa è la mia preferita, forse perché è l’unica in cui ho avuto un po’ di successo! E torniamo nel mondo reale, sono le 18, corriamo in classe, prepariamo lo zaino, e canticchiamo…allegri.
Blu B (1C)