Nella stanza affollata di ragazzi, re, regine, alfieri e pedoni, le scacchiere hanno preso vita anche stamattina fra le dita dei giocatori. Nell’attesa che comincino le partite, le lunghe file di tavoli si riempiono di voci e racconti: un’occasione per conoscersi, incontrarsi. Spesso le grandi tavole sono simbolo dell’avvicinarsi e del condividere e anche in questo caso da Torino a Bari, da Sassari a Cividale si sono instaurate nuove relazioni da un lato all’altro del tavolo. Poi l’arbitro richiama all’ordine e il vociare si spegne per lasciare spazio a un brusio sommesso di professori, educatori e compagni che commentano le sorti delle battaglie. Non c’è più spazio per le chiacchierate, la concentrazione è alta, soprattutto fra i “Large”. Solo ogni tanto qualche mano si alza per segnalare rispettosamente una mossa irregolare. Decine di eserciti in miniatura si affrontano su campi bianchi e neri, ma alla fine di ogni partita due mani si stringono sempre congratulandosi a vicenda. Un gioco che non sembra affatto stonare nel clima sportivo delle Convittiadi, inserendosi alla perfezione nell’intento di cooperazione e crescita.
Di particolare rilievo, la partita disputata tra due dei nostri giovani e promettenti scacchisti: Giovanni Trovato e Francesco Lavalle.
I due non solo sono compagni di scuola, ma addirittura di classe. Questo incrementava, possiamo ipotizzare, la competitività poiché ognuno poteva essere a conoscenza delle capacità, delle tattiche e della psicologia dell’avversario. Nonostante ciò, hanno dato un esempio di assoluto rispetto, sigillandolo con una (vera) amichevole stretta di mano.
Lavalle partiva avvantaggiato dal punto di vista mentale e psicologico, poiché in testa alla classifica, fattore che, dall’altro punto di vista, avrebbe potuto metterlo sotto pressione. Trovato, d’altro canto, poteva giocarsi il tutto per tutto, impedendo, all’avversario-amico, la vittoria matematica, e quindi certa.
Il match, molto combattuto, si è concluso con la vittoria di Lavalle, avanti di parecchi minuti, su Trovato, il quale si è arreso, poiché non poteva più muovere alcuna pedina.
È disponibile anche un’intervista doppia, fatta ai due scacchisti.
Chiara Carrera
Federica Baradello