Si apra il sipario!

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L'ultimo garibaldino

L'ultimo garibaldino

Le Convittiadi non sono solo sport. Sono una manifestazione che racchiude attività improntate sulla crescita dei ragazzi. Per questo, se di giorno prevalgono gli eventi sportivi, la sera si apre il sipario e cominciano gli spettacoli  teatrali. È lunedì sera e il Palazzo delle feste di Bardonecchia si zittisce nella penombra della platea per dar spazio alla voce degli attori del Convitto Bonghi di Lucera che hanno messo in scena “L’ultimo Garibaldino” in omaggio al 150° anniversario dell’unità del nostro Paese.  Una rivisitazione della riunificazione del nostro paese dal punto di vista dell’ultima delle camice rosse, in un breve ma divertentissima critica a come spesso la stampa enfatizzi e ingigantisca gli avvenimenti, stravolgendo il reale che si è conclusa con un esilarante rimando alla carnevalesca politica contemporanea.  A seguire il Convitto Torquato di Salerno ha presentato “Le nuvole” di Aristofane, affrontando i temi della retorica, dei costumi e dell’ignoranza  e trascinando la platea nel mondo antico, fra Socrate e i sui discepoli. La scenografia semplice e moderna ha guidato il pubblico di atleti, forse un po’ affaticato nel seguire uno spettacolo tanto impegnativo dopo una giornata di gare, che si sono ritrovati immersi nel panorama della Grecia antica. Senza perdere ilarità hanno dato prova di un’ottima capacità di recitazione, nonostante si trattasse di uno spettacolo più che pretenzioso. Infine il Convitto Salvator  Rosa di Potenza ha riproposto alcuni scatch di Zelig, portando una sana risata sui volti stanchi degli atleti. I pregiudizi e le differenze fra nord e sud, le preoccupazioni dei papà che attendono i figli adolescenti a casa, i quiz  televisivi sono stati guardati attraverso la maschera dell’ironia per dare alla serata teatrale quel tocco di spirito che risolleva il morale e dà una spinta in più alla voglia di mettersi in gioco. Bravi davvero, nella mimica, nell’intonazione, nella scioltezza. Sono riusciti a mantenere l’entusiasmo del pubblico fino alla fine, quando  verso le undici il Palazzo delle Feste si è svuotato, aspettando di riempirsi nuovamente di suoni e di voci la sera successiva.

 

Eugenia Beccalli, Federica Baradello

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