SlowFood è un’associazione internazionale nata in Italia nel 1986 che si impegna a ridare valore al cibo grazie ai segreti custoditi da territori e tradizioni locali.
Il progetto più importante portato avanti da Slow Food è Terra Madre: cinquemila contadini, pescatori e allevatori provenienti da ogni angolo del mondo si riuniscono all’Oval di Torino per discutere della difesa della biodiversità e del diritto a cibi più salutari.
Dal 23 al 27 ottobre si è tenuta a Torino la decima edizione del Salone del Gusto e Terra Madre. Come ogni anno ci sono state molte iniziative, tra le quali ‘’Fucina Pizza&Pane”, ovvero uno spazio didattico in cui i pizzaioli e i panettieri di tutt’Italia coinvolgono “allievi” in lezioni sugli impasti.
I due conduttori degli incontri con i pizzaioli sono stati Sabino Berardino e Antonio Puzzi, affiancati dagli studenti dell’Alto Apprendistato.
Un altro settore che ha affascinato molto i visitatori è stato “Mixology”, ovvero l’arte del bere miscelato, che si basa su un equilibrio tra gli ingredienti, i quali devono essere scelti con molta attenzione e precisione; inoltre devono essere fatte ulteriori selezioni, per riuscire ad ottenere i bicchieri, i fornitori o, addirittura, il ghiaccio migliore.
Se alla “Fucina Pizza&Pane” insegnano ad impastare una pizza, alla Mixology si può imparare a conoscere la differenza tra un long drink e uno sparkley cocktail, la storia del gin e anche come nasce la tequila.
Per i buoni intenditori e critici gastronomici -altrimenti detti golosi!- i grandi chef provenienti da tutto il mondo collaborano con ristoranti di Torino e dintorni, per dare vita ad una serata di alta cucina da non perdere. Enrico Crippa, Pascal Barbot e Massimo Bottura sono solo tre tra i molti chef che parteciperanno a questo spettacolare evento e che delizieranno il palato di chiunque sia riuscito a prenotare un biglietto.
Un altra importante figura è quella di Vladimir Mukhin, chef russo che è stato protagonista al Petit Baladin e che occasionalmente si è dedicato al confronto con la birra del suo ospite, Teo Musso.
Le tre iniziative precedentemente citate sono solo una parte dei meravigliosi stand che si possono trovare al Salone del Gusto. E non è tutto: a partire dal 2015 ci sarà un nuovo settore chiamato “Slow Wine”, in cui, come già anticipato dal nome, i veri amanti del vino possono scoprire i 1000 vini delle 500 aziente italiane selezionate.
Ovviamente tutto questo non è gratuito, chiunque abbia partecipato a questo evento ha dovuto pagare una somma equivalente a venti euro, ma ciò non ha fermato gli interessati , infatti i biglietti sono in poco tempo finiti.
“Il numero è aumentato del 75% rispetto al 2012 e siamo particolarmente lieti che il 35% sia composto da giovani under 30!” dice Carlo Petrini, fondatore dell’associazione. “I dati confermano la nostra soddisfazione, trovo molto importante l’incremento qualitativo di questo Salone del Gusto e Terra Madre, ovvero l’aumento della presenza dei giovani […]” queste sono le parole di Maurizio Braccialarghe, Assessore alla cultura, turismo e promozione della Città di Torino.
La critica è stata abbastanza clemente con il Salone del Gusto ma, nonostante l’evento possa sembrare perfetto a occhi inesperti, sono stati trovati tre fattori sfavorevoli, quali il costo troppo alto del biglietto, la promozione eccessiva di carne e la presenza di multinazionali.
Francesca D’Addeo (1D)